Troppa burocrazia, pochi fatti e stadi vergognosi. Ceferin ha ragione: è arrivato il momento di agire

Chiacchiere, una miriade di chiacchiere, e pochi, pochissimi fatti. Aleksander Ceferin, presidente della UEFA, ha tuonato e attaccato l'Italia sugli stadi e viste le condizioni della maggior parte degli impianti di Serie A, e non solo, ci sentiamo di dire che il numero uno del massimo organismo di governo calcistico europeo abbia pienamente ragione. Troppa burocrazia per arrivare alla ristrutturazione, alla demolizione o alla costruzione di nuovi stadi, con il governo e le istituzioni che dovrebbero aiutare chi vuole investire ma che, al contrario, rischiano di frenare i vari imprenditori.
L'attacco di Ceferin.
Il presidente della UEFA è stato molto chiaro: "A essere sincero sono un po' stufo di queste discussioni italiane sugli stadi, perché rimangono sempre e solo discussioni. Spero che l'Italia faccia qualcosa per gli stadi, i club hanno bisogno di un aiuto dal governo e dalle istituzioni. I privati devono investire. È ora di fare qualcosa, perché gli stadi sono terribili". E come dargli torto su tutti questi punti? Tutto va a rilento, da anni ormai sentiamo discussioni su San Siro, sul Flaminio, sul Franchi (che adesso è in fase di ristrutturazione) e su tanti altri impianti che sono ormai logori oppure addirittura desueti.
Il momento di agire.
Negli scorsi anni abbiamo visto la Juventus arrivare a dama prima di tutti, con la costruzione dello Stadium, e anche grazie al nuovo impianto il club bianconero è stato protagonista in Italia e in Europa, con il fatturato del club che è cresciuto a dismisura. Poi è stato il turno di Udinese, Frosinone e Atalanta, che hanno ristrutturato gli stadi già esistenti. E le altre? Tante chiacchiere, pochi fatti, o almeno molto a rilento su tutto. Euro 2032 è una opportunità, incredibile, con la scadenza della consegna della lista dei cinque stadi che potranno ospitare l'Europeo fissata al 1 ottobre 2026. Entro quella data sarà fondamentale aver agito, almeno sui progetti. Perdere questa occasione sarebbe, sportivamente parlando, un dramma ed è arrivato il momento di fare fronte comune per permettere al calcio italiano di fare un grosso passo in avanti. Ceferin ha ragione, adesso la palla passa all'Italia, che deve rispondere presente.
