
Jacobelli: "Lo volevano in tanti ma Pio Esposito sa di essere tornato a casa per restarci"
Nel corso del suo fondo per l'edizione odierna di Tuttosport, Xavier Jacobelli ha parlato di Francesco Pio Esposito: "Ieri ha compiuto vent’anni. Poco prima, in cinque giorni aveva cambiato la sua vita: il 21 giugno, al Mondiale per club ha esordito in prima squadra con l’Inter, subentrando nel secondo tempo al fratello Sebastiano; il 26 giugno, ha giocato la prima da titolare segnando al River Plate. Lo volevano in tanti, ma, adesso, Pio Esposito sa di essere tornato a casa per restarci. Bye bye Hojlund: con tutto il rispetto, il ragazzo della Beneamata è più forte del danese. L’Inter lo sa bene.
Già, l’Inter. Come definire se non casa, il club dove sei entrato quand’eri alto così e per undici stagioni ne hai indossato la maglia che oggi ti aderisce come una seconda pelle? Negli ultimi trent’anni nerazzurri, mai nessuno aveva fatto come Esposito. Mai nessuno, al debutto dall’inizio, aveva segnato quando aveva ancora 19 anni (..). La realtà di Pio e dei suoi fratelli racconta l’opposto ed esalta un giocatore che, virgulto o veterano, non si trova al calciomercato: si chiama Passione.
Certo, parti bene, se hai la fortuna di crescere a pane e pallone nella famiglia della mamma, la signora Esposito che accompagnava al campo i figli assecondandone i desideri, con amore condivisi dal papà, il signor Esposito, calciatore e allenatore. Però, la fortuna, da sola, non basta. Come il talento, che 'non esiste, ma deve essere guadagnato', perché, nella vita, 'se lavori salirai più in alto' e 'nelle nostre vite ci saranno sempre molte prime volte: tutto ciò che devi fare è essere te stesso'. Chi lo dice? Jannik Sinner, con Andrea Bocelli. Lo pensa anche Pio. E si vede".
Già, l’Inter. Come definire se non casa, il club dove sei entrato quand’eri alto così e per undici stagioni ne hai indossato la maglia che oggi ti aderisce come una seconda pelle? Negli ultimi trent’anni nerazzurri, mai nessuno aveva fatto come Esposito. Mai nessuno, al debutto dall’inizio, aveva segnato quando aveva ancora 19 anni (..). La realtà di Pio e dei suoi fratelli racconta l’opposto ed esalta un giocatore che, virgulto o veterano, non si trova al calciomercato: si chiama Passione.
Certo, parti bene, se hai la fortuna di crescere a pane e pallone nella famiglia della mamma, la signora Esposito che accompagnava al campo i figli assecondandone i desideri, con amore condivisi dal papà, il signor Esposito, calciatore e allenatore. Però, la fortuna, da sola, non basta. Come il talento, che 'non esiste, ma deve essere guadagnato', perché, nella vita, 'se lavori salirai più in alto' e 'nelle nostre vite ci saranno sempre molte prime volte: tutto ciò che devi fare è essere te stesso'. Chi lo dice? Jannik Sinner, con Andrea Bocelli. Lo pensa anche Pio. E si vede".
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