
Il Bayern Monaco non farà (più) follie. Perché in Baviera c'era dissenso dopo Kane e Kim
Il Bayern Monaco è sempre stata la squadra dominatrice in Germania negli ultimi 55 anni. 34 Meisterschale - di cui solamente uno prima del 1968-69 - 20 Coppe di Germania, 11 Supercoppa, 6 Coppe di lega più 6 Champions e diverse altre coppe in giro per l'Europa. Per mantenere questo status, nell'ultimo periodo, i bavaresi hanno deciso di puntare su grandi nomi. Di solito composta da (quasi) soli tedeschi, negli ultimi anni sono arrivate cifre altissime anche un altro tipo di giocatore. Come De Ligt, pagato 67 milioni - e poi ceduto dopo due anni al Manchester United - oppure Harry Kane, 115 milioni, e Kim Min-Jae, 55 dal Napoli.
In Baviera questa cosa non era vista di buon occhio. All'interno e all'esterno della società, fra dirigenti e sponsor che vedevano questa escalation di costi come un problema serio da arginare. C'è dissenso e in diversi storcono il naso, pur mantenendo gli impegni (per ora) con il club. "Devo essere onesto - ha detto Karl Heinz Rummenigge ieri - mi dispiace per Florian Wirtz, perché credo che si sarebbe trovato meglio al Bayern che al Liverpool. Avremmo potuto prendere anche Nick Woltemade. Ma il Bayern deve stare attento a non lasciarsi trascinare in follie economiche. Il nostro obiettivo resta il successo sportivo, ma con una gestione seria e sostenibile".
Poi è arrivato Luis Diaz, colombiano, 70 milioni. Che però possono far capire come sia più complesso prendere giocatori tedeschi a prezzi accettabili nell'ultimo periodo, vista la buona economia di tutti i club.
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