Rummenigge: "Un rimpianto non aver vinto con l'Inter, mi venivano le lacrime per i tifosi"

"Un difensore che mi faceva diventare matto? Due. Claudio Gentile e Karl Heinz Forster. Gentile mi stava marcando a Firenze, con la maglia della Fiorentina. Ho fatto gol e assist e mi ha detto: 'Se fai altro, ti ammazzo!'". Karl-Heinz Rummenigge, ex attaccante dell'Inter tra 1984 e 1987, attualmente membro del consiglio direttivo del Bayern Monaco nella giornata di oggi spegne 70 candeline e ricordato alcuni frame di carriera nell'intervista al Corriere della Sera.
Come il gol più bello realizzato e annullato con l'Inter ai danni dei Glasgow Rangers in Coppa Uefa 1984: "Purtroppo sì, ma alla fine
è diventato famoso proprio perché non è stato convalidato per gioco pericoloso. E l’arbitro era pure tedesco". E l'emozione più forte avuta in Italia: "Nella prima partita a San Siro, contro l’Avellino in Coppa: un benvenuto mai ricevuto in vita mia, con lo stadio che chiamava il mio nome mentre aspettavo nel tunnel".
Nei tre anni trascorsi in nerazzurro, però, Rummenigge ha un rimpianto: "Non aver vinto? Sì, per i tifosi, per i quali a volte mi venivano le lacrime e per il presidente Pellegrini che ci ha lasciati da poco". Dopo una vita da giocatore, poi, il tedesco 69enne ha intrapreso la carriera da dirigente: "Da calciatore è stato più divertente, perché ero nato con un talento che mi aveva dato Dio e mi sentivo in obbligo di fare quello ho fatto, an- che perché un mio allenatore a 18 anni mi ha detto la frase chiave: ‘Ti do un calcio nel sedere se tra due anni non sei in Nazionale...’. E ce l’ho fatta: vivere in campo è come vivere in Paradiso. Da dirigente ho dovuto studiare, imparare molto. È tutto molto più complicato".
