
Yldiz e quella Juve da costruire assolutamente attorno a lui
I giocatori bisogna saperli aspettare perché se hanno stoffa trovano il modo di divertirsi appena si adattano alla squadra, ai compagni e un po' meno anche ai sistemi di gioco. Ecco perché Yldiz – tra i pochi bianconeri iscrivibili tra i giocatori fuori categoria - ha sempre mostrato attitudine col gioco offensivo quando ha potuto fare Yldiz, il “dieci” o qualcosa di simile, e comunque potendosi avvicinare - secondo natura - all'area avversaria. Tenerlo lontano dai radar dell'ultima linea di marcatori ne aveva depotenziato l'efficacia, abbattendone quella facilità di inserimento che lo ha contraddistinto fin dai suoi primi calci al pallone. Figuriamoci decentrandolo in un campionato come il nostro, dove le marcature raddoppiano anche quando finiscono i giocatori in campo.
Mister Del Piero - Chi merita di avere la dieci sulle spalle – ha ricordato un certo Del Piero nella sua tesi a Coverciano, non va ingabbiato con nient'altro, se non con le istruzioni di massima libertà nell'agire. Come per il “Capitano” anche per Yldiz il movimento naturale lo ha quasi sempre portato a puntare l'uomo senza fronzoli e a cercare la retta più o meno arcuata per giocare la palla, nel minor tempo possibile, nelle vicinanze della rete nemica. L'ostacolo, all'occorrenza, evitato con la complicità di un compagno o la spensieratezza del campione pronto a stupire col colpo ad effetto e imprevisto.
Mondiale – Adesso non esaltiamoci e non si esalti di conseguenza Yldiz a cui però la dirigenza Juve non può più negare l'adeguamento del contratto. Non lo impongono i gol dell'ultima “amichevole” maschia del Mondiale per club, ma il costante miglioramento del giocatore che ha abbattuto tutti i traguardi possibili ad ogni esordio con la maglia bianconera. Chi lo ricorda sbarbatello e neofita dopo averlo soffiato al Bayern Monaco nell'estate del 2022, ricorderà anche quanto poco tempo gli sia servito per bruciare le tappe per passare dalla Primavera alla Next Gen. Un passaggio mai così veloce come per il baby fenomeno turco: poche settimane e un passo diverso da tutti gli altri che lo hanno spinto altrettanto velocemente verso la prima convocazione nella Juve di Allegri.
Esordi – Il battesimo fu a Udine, ma il gol che rimarrà nella storia è quello realizzato la prima volta da titolare in casa del Frosinone, il 23 dicembre del 2023. Gol con “linguaccia” alla Del Piero prima della replica in Coppa Italia, con la Salernitana e sempre all'esordio in Supercoppa, a Riad, contro il Milan, ad inizio di questo 2025. Insomma, un predestinato sul quale la Juve ha messo gli occhi addosso a tempo debito e sul quale altre squadre, c'è da scommetterci, avranno già fatto altrettanto. Provare a vincere con una Juve costruita attorno a lui, e non solo, deve essere la priorità, pur consapevoli che nel calcio moderno tutto si crea per essere poi “venduto”.
Lo dice il mercato, se non addirittura l'algoritmo pronto a trovarne il sostituto.







