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La Champions sempre più vicina senza i 15 punti che arriveranno. Gravina che "chiama" Infantino, Abodi che invita alla prudenza
domenica 2 aprile 2023, 13:04Primo piano
di Vincenzo Marangio
per Bianconeranews.it

La Champions sempre più vicina senza i 15 punti che arriveranno. Gravina che "chiama" Infantino, Abodi che invita alla prudenza

La Juventus parla in campo e aspetta il permesso di poter parlare anche fuori per smontare ogni accusa figlia di una volontà, ormai evidente, pilotata dall'esterno dei confini nazionali. Datecene atto, stiamo parlando da tempo immemore del vero scenario alle spalle di questa guerra della Giustizia sportiva ai danni della Juventus, e cioè il contrasto alla nascita della SuperLega. Una guerra senza esclusione di colpi bassi, priva assolutamente di fondamento e, per questo, spinta e alimentata dai giornali che, a loro volta, non hanno mai avuto tanta difficoltà a rintracciare documenti che dovrebbero essere secretati. Mai vista tanta oscura e occulta collaborazione dall'interno di Tribunali e Procure. Pardon, mi correggo. Da parte di un Tribunale e una Procura, quella di Torino. L'unica, pare, a lavorare in Italia. 

Questo è uno dei tanti paradossi su cui si fondano accuse nate da norme che non ci sono, rivestite di vizi di forma. Non si era mai vista un'inchiesta nata per colpire una pratica legale che prevede almeno una controparte, trasformarsi in un processo ad una sola squadra. Rea, tra l'altro, secondo l'accusa di avere rapporti cordiali e di collaborazione con altri club (le famose partnership) lautamente pagati per i propri giocatori. Basti pensare che quando la Juventus bussò, ad esempio, alla porta del Sassuolo per Raspadori, la base di partenza era di 40 milioni. Ma poi il giocatore è finito al Napoli in prestito con obbligo di riscatto per un totale di 35 milioni. Alla faccia dell'occhio di riguardo per la Juventus. E se ne potrebbero fare tanti altri di esempi. 

Ma torniamo alla "guerra dei due mondi". Ormai è sdoganato il concetto che, quella contro la Juventus, ha sempre più le fattezze di una guerra politica orchestrata da Ceferin che, con l'alleanza di Infantino, e la preziosa collaborazione del Presidente della FIGC Gabriele Gravina, sta cercando di portare allo sfinimento la Juventus tanto da indurla a fare un passo indietro dal progetto della SuperLega. Sensazione avvalorata da quello che, contestualmente, sta accadendo in Spagna al Barcellona (vedi il caso Negreira). Provano a mettere spalle al muro due dei tre club fondatori della SuperLega per farla decadere. E, lo facessero con delle armi atomiche, questa battaglia contro la Juventus potrebbe anche rischiare di funzionare, il problema per Gravina e soci è che il castello di accuse è veramente debole e poggia su una marea di vizi di forma e inconsistenza di prove, motivo per il quale (al di là dei 15 punti arbitrari inflitti alla Juventus a campionato in corso e che verranno tolti dal Coni) si continuano a spostare date di processi per acquisire nuove prove. Ma, intanto, appoggiandosi ai giornali, e diffondendo le solite inutili (e costose) intercettazioni, si costruisce il mostro davanti alla giuria del tribunale dell'opinione pubblica, ipotizzando colpe senza mai provarle e rimandando la risposta di una difesa (quella della Juventus) tranquilla e che saprebbe rispondere colpo su colpo.

Interpreto così anche l'insistenza stranamente aggressiva di Evelina Christillin, compagna di scuola di Margherita Agnelli, figlia dell'avvocato Gianni, ben presto inseritasi nell'ambiente della famiglia che guida la Juventus ma, dal 2016, componente del Consiglio della FIFA di Gianni Infantino. Quindi, dall'altra parte della barricata nella guerra dei due mondi. 

Nel frattempo, anche in Italia stanno venendo sempre di più allo scoperto i due schieramenti. Il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, membro del Comitato Esecutivo UEFA dall'aprile 2021 dalla parte ovviamente di Ceferin e Infantino; il Ministro dello sport, Andrea Abodi, più neutrale ma anche sibillinamente schierato contro chi si sta muovendo in maniera piuttosto incauta. Non è un caso che, nello spazio di pochi giorni, Infantino, presidente della Fifa abbia deciso, da un momento all'altro, di rendere attuative anche a livello globale le sanzioni inflitte a dirigenti da parte della FIGC; di qui la grana Paratici, sospesosi fino al 19 aprile (data del ricorso al Coni anche per la sua inibizione a 30 mesi) sorretto dalla perplessità espressa pubblicamente dal Totttenham. E non è un caso neanche che Abodi abbia, dapprima preso posizione pubblica e contrastante nei confronti del Presidente del Coni Giovanni Malagò sulla questione stadi (quando avrebbe potuto mostrargli le perplessità in forma privata), per poi invitare tutti alla cautela andando a monte del problema: "Quello che vorrei è un sistema che abbia la capacità di rigenerarsi e di prendersi le sue responsabilità. Qui di soggetti che abbiano titolo per scagliare la prima pietra ce ne sono pochissimi". A buon intenditor...