Moggi a RBN: "Non si può prescindere dalla Superlega. Del Piero in società? Sarebbe un errore"

Luciano Moggi è colui che ha chiuso la trafila degli ospiti della trasmissione di Radio Bianconera, "Cose di Calcio". Ormai un habitué della diretta del mercoledì, l'ex dg della Juventus ha espresso diversi pareri sugli argomenti più attuali riguardante la galassia di Madama, divisa tra la ricostruzione relativa al suo prossimo futuro societario e sportivo e la Superlega, da cui pare voglia uscire. Queste sono le sue parole:

SUPERLEGA - "Io dico che non si può prescindere dalla Superlega, perchè trovare maggiori introiti per aiutare le squadre maggiori significa dare la possibilità a questa di comprare giocatori da squadre minori: si parla di un passaggio di soldi. Continuando così, sarebbe un problema, invece, perchè i bilanci sono tutti in rosso. Se, per esempio, a una società di calcio, si chiede 50 milioni per una multa, questa è costretta a chiudere bottega e fallisce. Non è come la Juventus, che paga 700 e rotti milioni per un qualcosa che non dovrebbe pagare. È necessario che ci siano aiuti oltre quelli che ci sono, perchè alttimenti non si va avanti".

GIUNTOLI - "Dopo quello che è successo, dovrebbero andare via tutti. Giuntoli? Ha un contratto. Arriverà quando finirà il mercato. Tuttavia, va precisato questo: Giuntoli non è il vero uomo mercato del Napoli. Lì chi fa il mercato è Micheli. Insieme a Giuntoli, dovrebbe arrivare pure lui. Se, invece, arriva solo Giuntoli, arriva una "costola" in meno per quanto di buono il Napoli ha fatto fino a ora".

LA RIFONDAZIONE DELLA JUVE DI MOGGI - "Quando sono arrivato alla Juventus per avviare la rifondazione, sono stato fortunato a dare un'accelerata al processo. Ho rifondato in un anno, vincendo campionati, Coppa dei Campioni e così via...ma avevo delle idee già pronte da mettere in atto. Ero stato alla Roma e avevo suggerito Ferrara; il presidente mi disse che aveva dei parenti a Napoli e che ci pensava lui...poi avevo suggerito Paulo Sousa alla Roma. E c'erano dei parenti pure a Lisbona. Alla fine, però, li ho portati alla Juve e con questi abbiamo un colpo importante al rinforzamento della squadra, che, poi, ha vinto il campionato e che si è fatta rispettare in Coppa dei Campioni".

DEL PIERO PRESIDENTE - "Non mi meraviglio di niente. Io stimo Del Piero, però ritengo che la società abbia bisogno di gente che sappia lavorare. Del Piero è un'icona della Juventus, ma è un'icona che verrebbe a imparare un'attività. Ma la Juventus ha bisogno di gente erudita, che venga a fare. Questo sarebbe un altro errore, che potrebbe costare caro, anche perchè, abbiamo visto che le bandiere e le icone funzionano poco. Del Piero è una persona intelligente, ma un conto è essere intelligenti calcisticamente, un altro è saper lavorare in un'azienda".