
La nuova Juventus: almeno giochi a dadi come Olaf!
L’unica certezza che abbiamo, a campionato finalmente finito, sono i punti in classifica conquistati sul campo, che consentono alla Juventus la partecipazione per la prossima stagione al torneo più prestigioso e ricco d’Europa. Prestigio dunque, ma bisogna saperlo mantenere, facendo attenzione all’etimo. Il prestigio pare avere un significato principale di autorevolezza - ed è quello che ci interessa - e uno ancillare di illusione. Stupisce vedere che la realtà è ribaltata. Questa parola nasce proprio indicando l’illusione: lo “stringere forte” dell’etimo, da praestringere, abbagliare, si riferisce agli occhi, strabuzzati di fronte all’incredibile; il praestigiator latino altri non è che il ciarlatano, l’imbroglione, e i prestigia sono i giochi con cui incanta e suggestiona la gente. E soldi, ma bisogna saperli amministrare, e qui qualsiasi parentesi etimologica sarebbe superflua.
Tutto il resto è dubbio, e meno male che Borges lo riteneva uno dei nomi dell’intelligenza. Eccolo lì quasi impercettibile, nascosto tra le parole e le pause di una pagina di un libro o tra il chiaroscuro di un’immagine, tra una casacca con un numero mitico e un calciatore ancora inesistente, o tra una panchina occupata per forza da qualcuno perché qualche altro ha preferito il golfo di Napoli (oggi come dargli torto?), o tra le carte e contratti su scrivanie molto impolverate. É il dubbio. Capace sia di insinuarsi silenziosamente nella mente e di condizionare le nostre azioni oppure completamente assente nella capacità di leggere gli eventi. Qualunque sia la sua forma, il dubbio è quel protagonista nascosto capace di tessere la trama di una storia, che nel nostro caso può essere plasmata anche dal caos che pare, dalle ultime vicende, regni nel mondo bianconero.
Del resto il concetto mitico di caos come un vuoto primordiale da cui tutto deriva fa pensare all’idea del Big Bang, che fa nascere l’universo da un punto di densità e temperatura infinita che si dilata, dando origine a tutto ciò che esiste. Ormai pur di rivedere una Juventus combattiva e vincente ci si affida anche a questo! E speriamo che sappia e prenda spunto dalla leggenda scandinava di Olaf il Santo, re di Norvegia e il re di Svezia che decisero di affidare il possesso di una città contesa al lancio dei dadi. Il re di Svezia ottenne due sei; toccò poi a Olaf che ottenne pure due sei. I dadi furono lanciati di nuovo e ancora il re di Svezia ottenne una coppia di sei. “Non c’è bisogno di lanciare ulteriormente!” disse allora, convinto che la decisione fosse stata presa dalla sorte. Olaf rispose che Dio poteva ancor far uscire due sei dai dadi. E così accadde, anzi di più. Al secondo lancio, Olaf ottenne un sei mentre il secondo dado si ruppe, mostrando nelle facce cadute sul tavolo un quattro e un tre, che sommati davano sette. Questo evento fuori dall’ordinario, inspiegabile ed estraneo a ogni logica, assegnò la città ai norvegesi. Al di fuori di ogni logica, sì: ma dentro la logica del caos, che appunto non ha logica.
Cara Vecchia Signora, ricomincia a essere di nuovo la prestigiosa Juventus sin da questa prima domenica, ponte tra la stagione passata e quella che verrà; riprenditi le tue virtù vincenti, cerca uomini che ti amano davvero, tienili stretti, non lasciarli andar via e fatti condurre lontano, non dimenticando mai che accanto al caos v’è sempre un’altra forza primordiale, quella di Eros, il principio dell’amore, dalla quale nacque la Terra, la Vita, il Futuro.
Roberto De Frede







