Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendariScommessePronostici
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliaricomocremonesefiorentinagenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilannapoliparmapisaromasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenafrosinonelatinalivornonocerinapalermoperugiapescarapordenonepotenzaregginasalernitanasampdoriasassuoloturris
Altri canali mondiale per clubserie bserie cchampions leaguefantacalciopodcaststatistiche
tmw / juventus / L'editoriale
Mercato sufficiente e niente più ma la Viola non è da Champions (per ora)TUTTO mercato WEB
ieri alle 12:05L'editoriale
di Stefano Prizio
per Firenzeviola.it

Mercato sufficiente e niente più ma la Viola non è da Champions (per ora)

Dopo la calura estiva è quindi tempo di fioccate, nel senso che il mercato è virtualmente finito e fioccano voti e giudizi sull’operato della Fiorentina, come sempre alcuni fin troppo generosi, altri fin troppo severi. Prima di esprimerci sgombriamo subito il campo da un paio di questioncelle: la storia del hanno tenuto i migliori dall’anno scorso non ci convince perchè somiglia troppo a ciò che si diceva tempo fa, quando già il fatto di aver trattenuto Antognoni bastava ai più per dirsi soddisfatti, dopo  la permanenza di Antognoni che valeva una stagione, venne il tempo in cui era la permanenza di Batistuta a bastare ai tifosi, anche se per amor di cronaca per tenere l’argentino Cecchi Gori ogni estate gli staccava generosi assegni, ma in ogni caso contentarsi delle permanenze è minimalismo e  puro pensiero provinciale, accasciante, difatti il mercato si chiama campagna rafforzamento e non campagna di permanenza dei migliori. Alla stessa maniera ci convince poco il discorso sull’aumento sensibile di determinati ingaggi (leggi Kean e De Gea), non giudichiamo il buon lavoro del club da quanto paga i suoi dipendenti, facciamo i cronisti sportivi non i sindacalisti dei calciatori.

Andiamo invece al sodo: la Fiorentina è rimasta invariata nel potenziale difensivo (anche se ha cercato a lungo un centrale veloce richiesto da Pioli), si è certamente rinforzata in modo notevole in avanti con l’arrivo di Piccoli e a centrocampo ha preso una serie di buoni calciatori alcuni dei quali forse si riveleranno ottimi calciatori, forse. Ma non ha acquistato un giocatore decisivo, un campione che possa dare la svolta alla squadra nel settore nevralgico del campo, la Fiorentina ha infatti scelto di spendere molto per un’altra punta, forse nel dubbio che Kean non ripeta la clamorosa scorsa stagione, ecco infatti che Piccoli qualora a Kean mancasse qualche gol potrebbe aiutare molto la squadra a raggiungere la quota necessaria a far meglio dello scorso campionato. Per tutto questo ragionamento ci sembra che il mercato della Fiorentina possa senz’altro dirsi sufficiente, ma non oltre una sufficienza precisa per quanto piena, anche a causa dell’incapacità di realizzare un buon gruzzoletto dalle cessioni, la Fiorentina infatti ha dovuto di fatto assoggettarsi a liberare i giocatori fuori dal progetto secondo le loro richieste, arrivando a rescindere o prestarli in alcuni casi. E’ vero che l’acquisto di molti di loro è ascrivibile ad errori del passato, ma i dirigenti attuali negli anni scorsi non erano degli ignari passanti, c’erano sebbene le decisioni fossero prese da un’altra figura dirigenziale che per via della sua tragedia personale non è d’uopo nominare come responsabile. Il mercato è comunque sufficiente, ma il potenziale della squadra ci sembra variato solo in modo asimmetrico, sensibilmente in attacco, decisamente meno altrove. La Fiorentina di Pioli può di certo ambire all’Europa, ma non alla Champions (salvo incredibili esplosioni di talenti insospettati), più verosimilmente all’Europa League e senz’altro al suo livello attuale della Conference.

Pioli, forse a causa del suo azzardo nominando la Champions ha voluto iniziare il campionato con una certa spregiudicatezza, un centrocampo sguarnito e un tridente sbilanciato col Torino, ma i viola non sono andati oltre due pareggi bruttini. Ad oggi è presto per dire se sia questo il sistema di gioco che la Fiorentina userà in modo stabile, ma di sicuro si può dire che le prossime due di campionato con Napoli e Como, avversarie più strutturate, faranno capire a Pioli il vero potenziale della Fiorentina e la vestibilità di centrocampo a due e tridente per la sua squadra, anche lo stilista Giorgio Armani spiega come un abito lo si debba cucire addosso a una persona e a una squadra, aggiungiamo, non fa differenza. Del resto a voler dar retta ai vecchi saggi sulle questioni di modulo il grande viareggino Eugenio Fascetti così ammaestrava: quello che servono sono nove uomini che applichino gli schemi e due kamikaze che ribaltano tutto, antica sapienza toscana.

Concludendo, finito il mercato spiace vedere spuntare puntualmente fuori, come lumache in campagna alle prime piogge settembrine, le solite tabelline solletica pancino dei tifosi, un immarcescibile classico estivo.

Trattasi di un modo di raccontare i numeri del calcio che ignora le più semplici regole economiche delle aziende le quali hanno un bilancio che si chiude in un determinato momento dell’anno, bilancio che certifica i ricavi e i costi di una società e il loro differenziale che indica il guadagno o la perdita che l’azionista nel caso ripiana. Il calcolo non è il conto della servetta che mette a paragone un tot di giocatori comprati con un altro tot di giocatori venduti, poichè i conti fatti e presentati in modo così approssimativo servono solo per tentare di dimostrare una tesi precostituita (del tipo il proprietario ha speso molto o ha speso poco) e narrarla a lettori distratti che tuttavia ormai, specie se adulti e abituati a non bersi ogni cosa, dovrebbero aver inteso che presentare i conti così non significa informare al meglio, ma solo buttarla in commedia.