
Tudor fa marcia indietro. Perché giocare il Mondiale per Club è un prestigio
Igor Tudor ha fatto retromarcia. Perché ieri sera tuonava, o quasi. "Ci vedremo presto e decideremo. Erano tutti focalizzati su questo finale, neanche io volevo parlare di futuro. Ora c'è il Mondiale per Club, ma questa situazione va risolta prima. Non credo che sia una buona idea quella di andare là senza aver preso una decisione sul futuro dell'allenatore o che si prenda una decisione in un senso portando comunque al Mondiale l'attuale. Si farà una scelta prima del Mondiale, penso che questa sia la cosa giusta".
Poi, oggi, le parole di Seric. "Quello di ieri è stato uno sfogo da parte di Tudor dettato dalla tensione per l'obiettivo raggiunto non senza difficoltà, ma in un clima di grande serenità all'interno del club. Igor ha un ottimo rapporto con Giuntoli e tutte le componenti del club: dopo le interviste a caldo poi lui e Cristiano si sono parlati e Igor rispetterà l'impegno preso di guidare la Juve al Mondiale per club. Non metterà nessuna fretta alla società sulla scelta futura perché spera chiaramente di poter ancora essere l'allenatore della Juventus nella prossima stagione e ne rispetterà i tempi".
La realtà è che giocare il Mondiale per Club è storico per tutti, anche per Tudor. È una competizione nuova, da cui si riparte da zero, con le europee che probabilmente avranno una marcia in più rispetto alle altre, anche se forse una stanchezza diversa. La Juve può vincerlo? Realisticamente le speranze sono poche, ma come tutti i Mondiali sono sette partite, un torneo mini che può regalare sorprese.






