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Sacchi attacca: "Italia, è sempre colpa dei ct o forse va rivisto qualcosa nel nostro calcio?"TUTTO mercato WEB
Oggi alle 12:00Serie A
di Alessio Del Lungo

Sacchi attacca: "Italia, è sempre colpa dei ct o forse va rivisto qualcosa nel nostro calcio?"

Arrigo Sacchi, ex ct dell'Italia ed ex allenatore del Milan, ha commentato su La Gazzetta dello Sport le ultime vicissitudini di casa azzurra: "[...] C'è materia per scrivere un romanzo, che per adesso, purtroppo, non sarebbe a lieto fine. Mi è difficile commentare la decisione di mandare via Spalletti. Lo ritengo un ottimo allenatore, e non cambio idea soltanto perché alla guida dell'Italia non ha incantato. Il problema è che in Nazionale non ha potuto lavorare com'è sempre stato abituato a fare, tutti i giorni al campo, in costante contatto con i giocatori. Alla lunga questo lo ha penalizzato. E poi non è certo stato aiutato dalle scelte dei club che puntano su calciatori stranieri e non valorizzano gli italiani. Dove vai, se i giocatori non li hai?

Giusto sottolineare le sue responsabilità, perché è il comandante della nave. A Oslo ha presentato una squadra senza carattere, senza grinta, molle, apatica, senza idee. Ma resto convinto che in Italia si debba fare un salto culturale per avere una Nazionale di alto livello. Se non siamo andati per due volte consecutive al Mondiale e adesso rischiamo di non andarci per la terza volta, ci saranno ragioni profonde, no? [...] Sempre responsabilità dei commissari tecnici, o forse bisogna rivedere qualcosa nell'organizzazione generale del calcio italiano? [...]


Ora il nome più gettonato è quello di Claudio Ranieri. Bravissimo tecnico e bravissima persona. Penso che, data la situazione nella quale ci troviamo, la sua esperienza e il suo buonsenso possano risultare determinanti. In questo momento non ci sono da inventare colpi di magia, non ci sono da inseguire strani progetti: bisogna mettere in campo una squadra che abbia una logica, che sia concreta ed efficace. [...]

Ranieri è un allenatore molto empatico, sa toccare le corde giuste con i suoi ragazzi. C'è bisogno di costruire un gruppo forte, coeso, dove tutti si sacrificano in nome della causa comune e dove non prevalgono gli istinti egoistici. Non stiamo a parlare di difesa a tre o a quattro, quello è l'ultimo dei problemi. [...] Rischiamo di non andare al Mondiale, e questo non è tollerabile per una nazione come l'Italia".