
Verona, le scoperte del ds Sogliano: "Orban senza paura, Giovane inseguito per 3 anni"
Il direttore sportivo dell'Hellas Verona, Sean Sogliano, è intervenuto al programma "Supermercato" su Telenuovo per parlare dell'inizio di stagione promettente dei gialloblu.
Sensazioni dopo la partita con la Juventus?
"Siamo all'inizio di un campionato molto difficile. Sapete come ragiono: dobbiamo essere contenti delle prestazioni che la squadra sta facendo, ma anche consapevoli che sia un campionato molto duro, il livello delle squadre in lotta per la salvezza si è alzato molto. Dobbiamo continuare a giocare con questa voglia, mettendo in campo tutto quello che abbiamo. Lottare per fare punti, perché servono quelli. Ero a vedere Inter-Sassuolo: i neroverdi hanno una squadra molto importante, il Pisa ha fatto un'ottima partita contro il Napoli. Mi fa piacere vedere che la gente abbia riconosciuto l'impegno messo dalla squadra. Ad inizio stagione anche noi dobbiamo vedere se chi è venuto abbia capito dov'è arrivato e in queste prime partite che abbiamo fatto, i ragazzi hanno dato il 100%, in particolare nelle ultime due, ma anche con l'Udinese. L'ambiente di Verona è unico, quando è unito".
C'è tanto entusiasmo nell'ambiente: la cosa difficile ora è controllare questo entusiasmo?
"È dura fare punti: per portare a casa punti devi fare una grande prestazione in questa Serie A. Devi andare a casa che sei distrutto, andare a casa a fare ghiaccio tutta la sera. Abbiamo 7 infortunati, ma nessuno ci ha dato peso pensando invece a dare il 100%. Anche chi ha 3 minuti a disposizione entra sapendo di poter dare una mano fondamentale ai compagni".
Come fa a creare squadre così interessanti, nonostante il limite del budget?
"Lavoriamo tanto sicuramente, ma è un insieme di cose, non sono un fenomeno. Amo questo lavoro, sento tantissimo la responsabilità di rappresentare una città e una società così storica, che mi è entrata dentro. Con me lavorano tante persone come nell'area scouting, io sono solo parte del lavoro. La scelta dei giocatori per esempio è sicuramente fondamentale, ma io do ancora più importanza al lavoro in campo da parte di tutti, ognuno con il proprio ruolo, dall'allenatore alla società. Poi c'è la responsabilità di fare le cose bene per le persone che hanno dentro il Verona: stasera per esempio sono a cena da Alessandro Mazzola. L'appoggio di persone come lui è fondamentale, perché sono quelle che hanno davvero dentro il Verona, anche se poi si fanno i complimenti a chi è rimasto 1-2 anni per poi andare in altri lidi".
Quanto è legato al Verona?
"Lo sapete. Uno dei giorni più belli che ho vissuto da quando faccio questo lavoro è stato quando ho avuto la possibilità di tornare, pur in una situazione drammatica. Non ho mai guardato le categorie nella mia carriera, dove ho fatto anche errori, che alla fine mi hanno ripagato con il fatto di essere tornato a Verona. Non ho mai guardato l'importanza della piazza, ma cosa facevo, quando sono tornato 3 anni fa con la squadra ultima in classifica è stato un dono bellissimo. È stato il Signore poi a farci salvare allo spareggio, quella volta doveva andare così, ma il giorno in cui sono tornato è uno dei più belli della mia vita. Poi anche quando dai tutto, a volte riesci ed altre no, fa parte dello sport".
Su Giovane: come lo ha trovato?
"Ho cercato di prenderlo per 3 finestre di mercato. Da uno e mezzo/due cercavo di liberare un posto da extracomunitario per lui. Era sotto contratto con il Corinthians, ma non siamo mai riusciti a trovare un accordo economico per prenderlo dal suo club, che all'inizio non voleva liberarsene. Il ragazzo ha deciso con il suo entourage di non prolungare il contratto. L'abbiamo visto dal vivo. Il mio capo scout lo aveva visto anche al Mondiale Under 20. Lo volevamo a tutti i costi. Siamo riusciti a prenderlo quando si è liberato a zero. Ad ogni finestra di mercato degli ultimi 3 anni sono andato a un centimetro dal prenderlo, senza riuscirci".
Aveva paura che glielo 'rubassero' anche al suo arrivo all'aeroporto?
"(ride, n.d.r.) Sì, anche perché poi le dinamiche di mercato sono così. Fino a che il giocatore non firma, non firma. Quindi un po' di apprensione c'è".
Anche il 15 agosto stava lavorando per chiudere trattativa.
"È un lavoro che ti porta a vivere in modo non normale, ho fatto questa scelta. Ora comunque siamo contenti per queste prestazioni, ma dobbiamo fare tanti punti per raggiungere l'obiettivo".
Su Orban?
"Questo è un ragazzo che non ha paura di niente. Non ha paura dei difensori che lo marcano, della squadra contro cui gioca. È un ragazzo che arriva dalla strada, che ha già giocato in Norvegia, Francia, Germania e Belgio, non ha paura di andare in campo. Ci serve gente sfrontata, perché la maglia del Verona peso. Voglio aggiungere una cosa".
Prego.
"Voglio ringraziare certi giocatori dei quali in questo momento si parla poco perché ce ne sono altri che stanno facendo benissimo, ma che magari l'anno scorso hanno dato il massimo per raggiungere un grande risultato come è stato quello della salvezza. Il primo che mi viene in mente è Mosquera che è stato operato di appendicite, poi Suslov, Sarr. Ma anche Livramento: quando l'ho dato in prestito in Portogallo l'ho ringraziato, perché ha dato sempre il 100%. Dobbiamo mantenere un gruppo che numericamente non può essere esagerato e ho dovuto fare scelte, ma quello che cerchiamo è gente che formi un gruppo con lo spirito giusto, con fame e sfrontatezza".
Su Paolo Zanetti: come lo vede?
"Io sono sempre stato molto diretto con tutti gli allenatori con cui ho lavorato. Il fatto che sia ancora su questa panchina è stata una cosa che noi abbiamo deciso, ma che anche lui non vedeva l'ora che decidessimo. È un allenatore motivato, giovane, sa che può anche migliorare, è una persona vera e per questo mi trovo bene con lui. Sa benissimo che la salvezza sia una cosa difficile da raggiungere. Siamo consapevoli che ci sono squadre molto forti con le quali fare battaglia".
Sulla nuova proprietà?
"Con Setti avevo un rapporto lungo anni, ora c'è una proprietà nuova che mi ha dato fiducia. Lavoro sempre con lo stesso entusiasmo, per ripagare la loro fiducia. Il budget? La cosa importante è quella di lavorare tutti uniti e la società ha un approccio con i giocatori molto positivo. Questo può creare una unione ancora maggiore fra giocatori, tifoseria e società".
Sapeva che quest'anno sarebbe stato difficile?
"La cosa più difficile nel calcio è ripetersi e questo è il quarto anno consecutivo in cui dobbiamo fare una grande impresa per salvarci. A volte uno può pensare: quest'anno mi è andata bene, non è meglio andarsene ora? Ma questi ragionamenti si fanno in altri posti: io ho preso la decisione di stare qua a prescindere, perché il rapporto con questo club e con questa società è troppo forte. Finché ci sarà la possibilità di dare un contributo io ci sarò. Poi anche dopo rimarrò sempre un tifoso del Verona".
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