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Caso plusvalenze: sì alla penalizzazione, no alla sola multa. Juve, le motivazioni
Cinquecentomila euro di multa non sarebbero bastati a punire la Juventus per il caso plusvalenze. È, in buona sostanza, quanto ha spiegato la Corte Federale d'Appello nelle motivazioni, pubblicate in mattinata e che potete consultare qui.
Perché no alla sanzione economica. La Corte, nelle sue motivazioni, premette "che, alla società Juventus risulta contestata sia la responsabilità propria ai sensi dell’art. 31 comma 1, del CGS per avere alterato sistematicamente i documenti contabili depositati presso la Co.Vi.So.C. a partire almeno dalla situazione trimestrale al 31 marzo 2019 ed almeno fino alla situazione trimestrale al 31 marzo 2021; sia quella diretta ai sensi dell’art. 6, comma 1, del CGS per gli atti e comportamenti posti in essere dagli amministratori così come riportati nei rispettivi capi di incolpazione", Successivamente, ricorda come gli articoli contestati alla Juve prevedano sì la sanzione economica, ma anche la penalizzazione in classifica. E come il Collegio di Garanzia avesse già stabilito che quest'ultima fosse da considerarsi, al di là della sua entità, legittima.
Ma la Procura aveva chiesto una sanzione. Infine, la CFA ribatte all'osservazione della Juventus: il club bianconero fa notare come la stessa Procura, all'inizio della vicenda, avesse chiesto una semplice sanzione pecuniaria, nella misura di 800.000 euro. "Tale misura - scrivono le sezioni unite della Corte Federale d'Appello - era conseguente alle risultanze probatorie rinvenute prima del giudizio di revocazione e quindi prima dell’acquisizione della documentazione trasmessa dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino".
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Perché no alla sanzione economica. La Corte, nelle sue motivazioni, premette "che, alla società Juventus risulta contestata sia la responsabilità propria ai sensi dell’art. 31 comma 1, del CGS per avere alterato sistematicamente i documenti contabili depositati presso la Co.Vi.So.C. a partire almeno dalla situazione trimestrale al 31 marzo 2019 ed almeno fino alla situazione trimestrale al 31 marzo 2021; sia quella diretta ai sensi dell’art. 6, comma 1, del CGS per gli atti e comportamenti posti in essere dagli amministratori così come riportati nei rispettivi capi di incolpazione", Successivamente, ricorda come gli articoli contestati alla Juve prevedano sì la sanzione economica, ma anche la penalizzazione in classifica. E come il Collegio di Garanzia avesse già stabilito che quest'ultima fosse da considerarsi, al di là della sua entità, legittima.
Ma la Procura aveva chiesto una sanzione. Infine, la CFA ribatte all'osservazione della Juventus: il club bianconero fa notare come la stessa Procura, all'inizio della vicenda, avesse chiesto una semplice sanzione pecuniaria, nella misura di 800.000 euro. "Tale misura - scrivono le sezioni unite della Corte Federale d'Appello - era conseguente alle risultanze probatorie rinvenute prima del giudizio di revocazione e quindi prima dell’acquisizione della documentazione trasmessa dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino".
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