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Il Sarrismo non esiste
Il Sarrismo non esiste e ha ragione Maurizio Sarri quando dice che le etichette sono comodità, praticità e rapidità di pensiero. Il Sarrismo non esiste se è inteso come bel gioco, come bellezza che pareggia e va a braccetto col pragmatismo. Il Sarrismo non esiste se è inteso anche come gioco, come idea, come filosofia e come pratica. No, non esiste. Maurizio Sarri si è adattato ai suoi giocatori e la notte di Lione racconta di crepe profonde nel progetto. Perché è vero che i risultati fino a ieri parlavano per lui, primato in campionato, semifinali di Coppa Italia e gironi Champions da record. Ma sempre con un retrogusto d'insoddisfazione a latere, ieri diventato l'amaro sapore del disastro. E' una battaglia, non la guerra, ci sono altri novanta minuti di tempo e la Juventus ha le armi per ribaltare la questione. Non quella del Groupama Stadium, però, brutta copia dell'idea di un qualcosa di bello o anche di pratico. I cambi sono sembrati frutto dell'improvvisazione più che di una strada e di un percorso da seguire. Non ha scelto il bello, la Juventus di stasera, non ha scelto il pratico. Ha deciso di perdersi, rincorrendo un Sarrismo che forse non esiste davvero.
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