Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
tmw / milan / Editoriale
Effetto Higuain-Effetto Icardi. Mercato prossimo venturo. Bakayoko dance. Pirlo a MilanelloTUTTO mercato WEB
sabato 16 febbraio 2019, 00:01Editoriale
di Mauro Suma
per Milannews.it

Effetto Higuain-Effetto Icardi. Mercato prossimo venturo. Bakayoko dance. Pirlo a Milanello

L'effetto Higuain ha compattato il Milan, l'effetto Icardi compatterà l'Inter. Bisogna saperlo e bisogna affrontare la trasferta di Bergamo come una di quelle ultime spiagge alle quali rimanere aggrappati con tutta l'anima, perchè il posto Champions rimanente è destinato a rimanere uno. Anche se a Bergamo non c'è il mare, ma ci sono le onde e i cavalloni alti del pressing di Gasp. Sul quale le statistiche diranno anche che l'Atalanta fa pochi falli, ma dal quale non arriva un calcio da grande squadra. Gasperini per serietà, professionalità e intensità meriterebbe certamente la panchina di una grande. Ma il suo calcio corpo a corpo è da marines di provincia, non da grandi stelle e per palati fini. Dato per inteso che Bergamo è una di quelle province di prestigio e di pregio che danno lustro al concetto. Per tornare a Higuain e Icardi, fa davvero strano. All'andata il derby era cosa loro, al ritorno chissà. Certamente senza uno e probabilmente senza l'altro. Storie intrecciate a Sarri da una parte e a Wanda dall'altra, ma ormai non più al Milan e nemmeno all'Inter.

Leggiamo in giro ogni genere di scervellamenti sul mercato estivo del Milan. Calma: non è servita la lezione? Eppure due indizi dovrebbero aver fatto una prova. L'estate scorsa in 20 giorni il Milan ha preso 5 giocatori e ha fatto la squadra. A gennaio non si è fatto prendere in contropiede dallo sconquasso Higuain e ha innestato al volo nella squadra due titolarissimi. La prossima estate sarà ancora così. Diplomazia e colpi. Silenzio e scelte. Dalle parti del fondo Elliott il fair play finanziario non è un alibi, ma un principio da rispettare. Anzi, da discutere. Anzi, da migliorare. Proprio, guarda caso, come ha detto di recente a Roma il presidente della Uefa.



Che questo calcio sia schizofrenico e inestricabile, ormai è certo. Prendiamo Donnarumma: lo avevano cotto e mangiato, lo avevano tritato e deglutito. Lo avevano trasformato in un bluff appagato dall'ingaggio, lo avevano usato e masticato vendendo al pubblico l'immagine di Paperumma. E oggi gli stessi che lo usavano per pulirsi la bocca, lo usano contro il Milan cercando di creare lo spauracchio del rinnovo. Milan attento, allarme Donnarumma, oddio chiama Raiola...un po' di silenzio, please. La parola ce l'hanno solo Valerio e Pepe fuori dal campo, le parate di Gigio in campo. Il resto è un teatrino schizoide per il quale va bene così, anche no, anche basta. Lo stesso dicasi per Bakayoko. Avevano dipinto il mercato del Milan come fallimentare partendo proprio da lui. L'oggetto misterioso, il paracarro etc. Oggi se non si crea la psicosi del riscatto un minuto sì e l'altro pure, non si riesce a tirare giornata. Stiamo calmi, come dicono dalle parti di via Paleocapa. E teniamoci quel coro. "Bakayoko, Bakayoko. Lotta per la curva e per il diavolo", sulle note dance anni 2000 di "L'amour Toujours" di Gigi D'Agostino. Sapete cos'è quel coro che oggi cantiamo tutti come dei bimbi irriducibili, un po' inebriati e un po' ebeti? La dimostrazione di come sia splendidamente matto il tifo. A settembre e ai primi di ottobre ci chiedevamo se fosse un giocatore di calcio, non ci nascondiamo mica dietro un dito, e oggi invece cantiamo. Perchè siamo dei bambini, soli con le nostre contraddizioni e i nostri entusiasmi. I tifosi, la parte più sfuggente e irraggiungibile di quel modo di vivere che si chiama calcio.

Pirlo a Milanello. Sorrisi, abbracci. E' giusto così, il grande calcio deve saper andare oltre, superare, anche dimenticare. E' giusto così. Grandi personaggi, simboli, calcio allo stato puro. Perchè rovinare tutto con rancori e livori tra personaggi del genere...Giusto, cristallino. Ma anche in questo caso ci sono i tifosi. Che a torto o a ragione ricordano come nel 2006, nel mezzo della bufera di Calciopoli, se non fossero intervenuti Maldini e Costacurta, Pirlo sarebbe passato al Real Madrid. Lo stesso Pirlo che nel 2012 si teneva informato sulle divisioni dello spogliatoio di Milanello per caricare la prima Juve di Conte e per spronarla a rimontare il Milan. Fino ad arrivare a oggi, dove c'è un sistema mediatico che riflette in controluce il bianco e il nero e che comunica certe cose e in un certo modo. Come i tifosi si accorgono ogni minuto e ne soffrono. Ogni sfogo social è sintomatico di un amore, di un patimento. Nel calcio però, c'è spazio per tutto, di fronte a grandi personaggi una sintesi è doverosa. Ecco che allora c'è posto per le amicizie e i valori che vanno al di là del tifo e delle recriminazioni come hanno dimostrato i sorrisi dei big di Milanello, così come però c'è posto anche per le passioni e i mal di pancia della gente che pagando gli abbonamenti, i biglietti e la pay tv tiene in piedi lo spettacolo. Pirlo a Milanello. E' stata certamente una foto bellissima quella dell'altro giorno, con tanto profumo di Atene nell'aria. Con i tifosi che hanno ugualmente il diritto di tenersi i loro retropensieri e i loro però...E così sia.