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Nulla è cambiato da cento anni. San Siro attende sabato il popolo rossonero. Il Milan gioca un altro sport. Maldini e Massara come Robin HoodTUTTO mercato WEB
mercoledì 10 agosto 2022, 00:00Editoriale
di Carlo Pellegatti
per Milannews.it

Nulla è cambiato da cento anni. San Siro attende sabato il popolo rossonero. Il Milan gioca un altro sport. Maldini e Massara come Robin Hood

"Il pallone di cuoio, minuscolo, arguto, irrequieto, signore di questo immenso reame di cemento armato entra a pigliar possesso dei suoi domini. La moltitudine saluta con uno scroscio veemente di applausi l’ilare diavoletto rotondo”. Con queste parole, “La Gazzetta dello Sport” del 27 settembre 1926 saluta l’inaugurazione dello Stadio di San Siro. Dopo quasi cento anni, l’attesa per quell’ilare diavoletto rotondo che si muove sotto il sapiente tocco dei Campioni rossoneri è sempre la stessa, palpitante, emozionante.

Contiamo i giorni e le ore che mancano al momento dell’entrata in campo delle maglie rossonere, gli stessi colori di quel 26 settembre. Non sono mai cambiati e non cambieranno mai. In quella domenica, il primo gol che è stato anche il primo visto dalle tribune magiche dello stadio, è stato realizzato da un numero nove rossonero: Giuseppe “Pin Pinogia” Santagostino, un idolo, un campione che occupa ancora il sesto posto nella classifica dei cannonieri milanisti di tutti i tempi con centosei reti. Oliviero “Lo Sparviero” Giroud non raggiungerà lo stesso numero di reti, ma è già uno specialista di gol pesanti. Sarebbe bellissimo cominciasse da dove aveva finito, in quel pomeriggio magico nello stadio del Tricolore di Reggio Emilia. Il Milan di queste ultime amichevoli gioca intanto un calcio di differente livello quanto a entusiasmo, spirito, organizzazione e intensità.

Sì un altro sport che speriamo continui a offrire anche nelle partite ufficiali. Adli e De Keteleare sembrano già due Troubadour della Langue d’Oc e della Langue d’Oil, bravi a intonare le loro poesie d’amore al pallone. Theo e Rafa sono “Fast &Furious”, decidete voi chi sia Fast e chi sia Furious. Rebic è uno spettacolo, mentre Messias sul piano temperamentale è un giocatore totalmente differente rispetto a un anno fa. Bennacer ha già in mano la bacchetta di Riccardo Chailly, direttore alla Scala, Tonali è il solito trascinatore, dai bagliori intensi di fiamma. Ancora due ritocchi, probabili Raphael Onyedika e Abdou Diallo. La conferma che ancora una volta Paolo Maldini, protagonista del mio quinto podcast su Spotify, e Ricky Massara hanno centrato gli obiettivi, precisi come arcieri di Sherwood del terzo millennio!