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Torriani: "Stare con Maignan è come avere un mister che si allena con te. La Serie C per noi giovani è molto costruttiva"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 10:00Primo Piano
di Francesco Finulli
per Milannews.it

Torriani: "Stare con Maignan è come avere un mister che si allena con te. La Serie C per noi giovani è molto costruttiva"

Il giovane portiere rossonero Lorenzo Torriani, classe 2005, è stato il protagonista della nuova puntata di Homegrown, il format di Milan TV dedicato ai giovani talenti del settore giovanile rossonero. L'estremo difensore del Diavolo si è guadagnato il posto in prima squadra grazie all'ottima tournée americana e ha avuto modo anche di scendere in campo quest'anno nel finale della gara di Champions League contro il Liverpool (esordio assoluto con la maglia rossonera) e nel secondo tempo dell'ottavo di Coppa Italia contro il Sassuolo. Ha giocato anche sei partite con Milan Futuro. Questo le sue dichiarazioni.

Il primo ricordo in rossonero?

"Ho iniziato molto presto all'età di quasi 5 anni, nella mia squadra di paese, l'FC Cologno. Poi mi ha chiamato subito il Milan: mi ricordo che era un torneo organizzato dal Cologno e c'era questo osservatore del Milan che andò da mio padre e gli disse che erano molto interessati a me. Mio padre era tutto esaltato, non ci credeva: poi io ero molto piccolo e sappiamo che cos'è il calcio a quell'età"

Quanto c'è di rossonero nella tua crescita?

"Tanto. Come ho detto prima, sono cresciuto letteralmente nel Milan e ho fatto solo Milan"

Che portiere della prima squadra ti è rimasto o hai scoperto?

"Stare con Mike Maignan è come avere un mister che si allena insieme a te. Ti spiega determinate cose, a livello sia extra-campo che a livello di campo, che sono molto importanti per uno che è abituato a stare a questi livelli. Ancora oggi mi sta insegnando molto e mi ha dato molti consigli"

C'è unione tra i portieri nel gruppo? È una squadra nella squadra?

"Esatto, il portiere è quasi un ruolo a parte ed è molto solo rispetto alla squadra. Tra noi colleghi è molto importante questo tipo di unione. Ho sempre avuto un gran rapporto sia con Noah Raveyre e Lapo Nava, che è stato uno dei primi in tournée dopo i rigori contro il Barcellona a venirmi incontro e farmi i complimenti: penso sia bella questa cosa, che non ci sia una competizione ma c'è amicizia, quasi fratellanza"

Ruolo del portiere è più lato psicologico che tecnico? Dai una percentuale...

"Secondo me 70% a livello mentale e un 30% a livello tecnico. Se il portiere non ha mentalità dentro i novanta minuti, perché può succedere qualsiasi cosa da un momento all'altro, penso che non possa arrivare a certi livelli"

Sei il portiere che è cresciuto di più nell'ultimo anno ma hai giocato poco, come l'hai vissuta?

"È molto dura e difficile. Venivo da quasi un anno e mezzo che non giocavo per infortuni e scelte che ho dovuto rispettare. Penso che lo stato mentale sia stato fondamentale per me: ho lavorato e continuato a lavorare, sapevo che prima o poi sarebbe arrivato questo momento. Alla fine ho avuto ragione io"

Ultima annata da titolare con l'U17 con Malaspina, Zeroli, Perrucci...

"Eravamo un grande gruppo, con gente che conoscevo da tantissimi anni e questo è stato un lato positivo all'interno del gruppo: infatti siamo arrivati in semifinale di campionato, poi purtroppo è andata come è andata"

Sensazioni sulle prime panchine con Pioli?

"È iniziato tutto da vari allenamenti in prima squadra, in cui andavo a coprire il buco. Prima di un Milan-Genoa mi chiama mister Ragno con un sorriso a trentadue denti e mi dice che dovevo andare a fare la sessione video. Dentro la mia testa mi dicevo, cavolo sta succedendo davvero, la prima convocazione a San Siro. Poi per uno come me: milanese, Milan da tutta la vita. Insomma, una grande emozione. Ho fatto area video con tutta la squadra e poi effettivamente è arrivata la chiamata a San Siro"

Qualcuno in quei giorni ti ha detto qualcosa?

"Penso che sia stato proprio Lapo Nava che lo sapeva già da prima ma non mi ha voluto dire niente. Mi ha visto in area video e mi ha detto: 'Ma come, tu cosa ci fai qua?' (ride, ndr)"

Sulla fiducia nella tournée americana: qual è stato il momento della svolta?

"Il momento della svolta è stato il ritiro qua a Milanello, nei primi allenamenti ho cercato di mettermi in mostra con il mister Fonseca che poi mi ha dato una gran fiducia, cosa che non è semplice"

Sulla prima partita in America contro Haaland...

"Mi ritrovo un colosso di quasi due metri, vederlo dal vivo è fantastico: l'ho sempre visto alla playstation. Dal vivo è molto più grande di come dicono. È veramente bello, una situazione unica. Poi giocare in uno stadio grande, con quasi 60mila spettatori: per uno come me, abituato al settore giovanile..."

Seconda partita, protagonista numero uno: Mvp con due rigori parati al Barça. Nell'intervista post gara eri tranquillo...

"Sotto sotto c'era altro (ride, ndr). Son sempre stato uno abbastanza tranquillo, penso che si veda anche in campo. Anche perché dovevo meritarmi tutto: se avessi giocato con la pressione, magari non avrei fatto così. Uno dei miei punti forti è proprio questo: la serenità e godermi il momento"

E poi la terza amichevole, vinta, contro il Real:

"Loro avevano Endrick, c'era Arda Guler e Modric. Per me vedere questi campioni davanti a me era come un sogno. Forse il momento più bello è stato quello ma anche a fine partita quando sono riuscito a incontrare Courtois che è uno dei miei più grandi idoli e uno dei migliori portieri in circolazione. Sono riuscito a scambiare la maglia e fare due chiacchiere: è stato molto bello"

Debutto assoluto contro il Liverpool, in Champions: cosa hai provato?

"Molte emozioni, anche perché si vedeva dal primo tempo che Mike non stava bene e io continuavo a riscaldarmi. Mi dicevo che tanto non sarei entrato, poi mi sono girato in panchina e c'ero solo io perché Marco era infortunato e allora mi son detto: "Cavolo, devo entrare io?!". In Champions contro il Liverpool: poi è successo. Mi ricordo l'ovazione di San Siro al mio esordio, è stato veramente da pelle d'oca: poi San Siro quando urla, lo senti, lo senti".

Che crescita ti ha dato la Serie C?

"Molti la sottovalutano un po' ma soprattutto per noi giovani è molto costruttiva: giochi contro gente che ha molta esperienza in vari campionati e per un giovane non è facile. È un calcio diverso, più cattivo e meno tecnico. Milan Futuro? Penso che sia fondamentale: non è la Primavera ma non è neanche la Prima Squadra. Ti da tanta esperienza e come ho detto prima è un altro calcio"

Che messaggio mandi ai giovani bambini che fanno i portieri?

"Crederci fino alla fine, lavorare sodo: ci saranno anche cadute ma l'importante è rialzarsi ma soprattutto crederci, crederci. Se lavori sodo, prima o poi ti ritorna".