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Prima il nuovo Papa, poi il ds rossonero... Conceiçao come Fonseca: un uomo solo al comando. Cosa cambierebbe la Coppa Italia TUTTO mercato WEB
Oggi alle 00:00Editoriale
di Luca Serafini
per Milannews.it

Prima il nuovo Papa, poi il ds rossonero... Conceiçao come Fonseca: un uomo solo al comando. Cosa cambierebbe la Coppa Italia 

Qualche cardinale una cosuccia, nelle sfilate quotidiane tra telecamere e microfoni, se l'è lasciata scappare. Nulla di indicativo, mezze frasi, sorrisi abbozzati: meglio comunque del silenzio. Il conclave ci darà il nuovo Papa prima della nomina del nuovo direttore sportivo del Milan, sebbene qualcuno dica e scriva che ci sia anche l'ipotesi di continuare così, cioè senza quella figura così importante in tutti i club del mondo, eccetto che quello rossonero. Ci si aspettava infatti che si puntasse su un uomo, su un professionista, con decisione e rapidità. Il casting è invece lento, contorto e misterioso. Non se ne capisce il motivo, in tutta franchezza, ma questo è. 

Nel silenzio assoluto che regna sempre ai piani alti di Casa Milan, si lasciano aperte tutte le porte anche al nuovo allenatore, ma in questo caso l'errore è un altro: mentendo, bluffando, Conceiçao andava confermato a parole pubbliche. Bisognava metterlo in condizione di lavorare più sereno in queste ultime settimane, lui stesso sapendo che il suo destino è già segnato e casomai se lo segna da solo, andandosene sbattendo la porta al momento opportuno.

Lui e Fonseca hanno goduto di una solitudine mediatica totale, esposti ai propri limiti e alle vagonate di critiche, inchiodati ai risultati scadenti, a un gioco rarefatto, singhiozzante. Nessun ombrello, nessun parafulmine, nessuna protezione. Il primo cacciato alle spalle dopo l'esposizione in una surreale conferenza stampa, tra l'altro dopo la sua espulsione dal campo. Conceiçao dal canto suo non poteva aspettarsi che sul suo futuro si sovrapponesse una ridda di voci, dato il rendimento della squadra e il silenzio societario di cui sopra, il che non toglie che meritasse strategica difesa d'ufficio essendo pur sempre in corsa per un altro titolo.

La Coppa Italia, già. Una moltitudine di tifosi si interroga, rispondendo preventivamente, alla domanda meno eccitante, meno utile e suggestiva che ci si possa porre in questo momento: cosa cambierebbe, portarla a casa? L'umore, anzitutto. E l'estate, perché alzerebbe un muro di gomma sugli sfottimenti dei tifosi avversari. La bacheca, che si impreziosirebbe con un altro trofeo. Non cambierebbe nulla nella valutazione della gestione sportiva, né di quella societaria delle ultime 2 stagioni: gli errori, il silenzio, le valutazioni, gli sbagli a ripetizione, resterebbero. Come purtroppo, immagino, la poca umiltà nel saperne trarre insegnamento: eppure sarebbe l'unica via d'uscita per un futuro meno buio, meno torbido, perché nemmeno la Coppa Italia può lucidare l'opacità dei troppi aspetti opachi.