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Campionato deprimente. Spariti i dirigenti che parlavano di scudetto. Un grande club parte dal management TUTTO mercato WEB
martedì 6 maggio 2025, 00:00Editoriale
di Antonio Vitiello
per Milannews.it

Campionato deprimente. Spariti i dirigenti che parlavano di scudetto. Un grande club parte dal management 

La vittoria di Genova, ottenuta con l’ennesima rimonta della gestione Conceiçao, non ha spostato di una virgola la classifica del Milan, che resta nono in classifica. Pensate questa cosa: il Diavolo ha vinto tre delle ultime quattro partite di campionato e continua ad essere nono in classifica. Questo spiega quanto male abbia fatto la squadra milanista nelle settimane precedenti.

Fa malissimo vedere i rossoneri in questo limbo, una squadra che ormai da due mesi non ha assolutamente niente da dire al campionato. Il Milan potrebbe anche non giocare più in serie A, non ha più obiettivi, e bisogna ringraziare i vertici del club per questo finale di campionato deprimente. Parliamo di dirigenti che a inizio stagione si riempivano la bocca di slogan: "Il futuro è luminoso finché ci sarò io qui. Ora scriviamo la storia", affermava Zlatan nella conferenza di inizio anno.

Dirigenti che indicavano nello scudetto l'obiettivo stagionale per il club, ma che ora sono spariti dai radar, senza dare una spiegazione a questa situazione orribile in campionato. Sono cinque partite che Ibra e Furlani non si presentano davanti alle telecamere, addirittura a Genova nemmeno presenti allo stadio. Magari riappariranno con dichiarazioni trionfalistiche a Roma se il Milan dovesse vincere la finale di Coppa Italia contro il Bologna. 

Ieri leggevo le parole di Arrigo Sacchi a CalcioBox, un'altra stoccata alla dirigenza del Milan, ma assolutamente corrette. "Quando si parte con un club che non ha storia, visione, competenza e stile, è molto probabile che sorgano problemi. Questi aspetti vengono prima della squadra. Il club è la base. Se mancano questi elementi, allora le difficoltà sono inevitabili”, ha detto l'ex allenatore rossonero.

Ci sarebbe poco da aggiungere, il punto debole del Milan è al vertice, non c'è una catena di comando all'altezza di uno dei club più blasonati e gloriosi al mondo. Vedere il Milan ridotto a vivacchiare al nono posto in classifica in serie A fa davvero male. 

La cosa deprimente è che non si avvertono sintomi di cambiamento. Magari entra un nuovo direttore sportivo, ma la struttura resta la stessa. Un nuovo Ds che non avrà nemmeno libertà di agire come meglio crede, ma dovrà sempre confrontarsi con i dirigenti attuali, gli stessi che sono stati gli artefici principali del nono posto del Milan, dell’uscita ai playoff della Champions dopo 120 milioni di euro investiti nel mercato, soldi praticamente buttati via.

Non resta che la Coppa Italia, scorciatoia per entrare in Europa League, ma la stagione resta negativa, perché il Milan non può essere nono in classifica e fare figuracce in Champions contro formazioni nettamente inferiori.