
E adesso, come gestire Camarda? L'ipotesi del prestito è concreta
La stagione 2024/25 non è stata come ci si aspettava per Francesco Camarda. 35 presenze complessive, di cui 14 con la Prima squadra, 20 con l'Under 23 e persino una presenza in Youth League, con un totale di 7 reti segnate. Ma soprattutto poca continuità: da novembre a febbraio ha visto il campo pochissime volte, venendo spesso aggregato da Fonseca e da Sergio Conceiçao dove, a parte una partita da titolare col Cagliari, ha alternato panchine e spezzoni di pochi minuti che hanno infine suggerito un ritorno in pianta stabile con l'Under 23. Peccato che questo sballottamento e questo buco di 3 mesi gli abbia impedito di raccogliere un numero sufficiente di presenze col Milan Futuro per giocare i playout. Insomma, oltre il danno anche la beffa.
E ora che il Milan Futuro è sprofondato in Serie D è difficile immaginarci l'attaccante giocare in un campionato dilettantistico. Allo stesso tempo è necessario a 17 anni giocare continuità, che sia Primavera, Under 23 o prima squadra. Purché giochi e cresca. L'errore commesso la scorsa stagione non dovrebbe essere ripetuto e la soluzione del prestito a oggi sembra quella più probabile. Già a gennaio c'era questa eventualità, al Monza che poi si è limitato al solo Kevin Zeroli, comunque non troppo utilizzato.
Nei giorni scorsi si è discusso del futuro del ragazzo, convenendo che la soluzione migliore è fargli fare le ossa lontano da Milanello. Anche in B, l'importante è giocare. E qualcosa si è già mosso: nuovamente il Monza che è nel mezzo di un cambio di proprietà ma che dovrebbe confermare almeno inizialmente Adriano Galliani. Ma anche l'ambizioso Spezia che nell'ultimo campionato ha valorizzato Francesco Pio Esposito. E spostandosi di pochi kilometri c'è anche la Carrarese, che ha messo gli occhi sull'altro gioiellino rossonero Mattia Liberali.
Una soluzione, quella della cadetteria, che potrebbe togliergli riflettori e pressioni, con le quali ci sta convivendo praticamente da prima che facesse il suo esordio in Serie A. E non è di certo un male.







