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Radiografia di una rosa da Champions. Modric, Allegri e i tifosi hanno fame. Le puttanelle sui carriTUTTO mercato WEB
Oggi alle 00:00Editoriale
di Luca Serafini
per Milannews.it

Radiografia di una rosa da Champions. Modric, Allegri e i tifosi hanno fame. Le puttanelle sui carri

Con Athekame al mosaico annunciato da Igli Tare il giorno della sua presentazione ("Priorità al centrocampo, quindi i terzini e infine il centravanti") mancherebbe solo l'ultimo tassello, quello del n.9 appunto. Le maggiori garanzie quantitative e qualitative le dà senz'altro la mediana: sempre considerato che purtroppo gli impegni dei rossoneri saranno circoscritti al campionato, oltre alle escursioni in Coppa Italia e Supercoppa, l'assortimento è già di per sé piuttosto ricco. Da Fofana a Loftus-Cheek, da Modric a Ricci fino a Jashari, siamo in 5 per 3 posti (al momento vanno considerati numericamente anche Bennacer, Musah, Bondo e Terracciano). Gamba, fisicità, tecnica, esperienza, gioventù: sembra proprio esserci tutto. 

La difesa resta un'incognita di consistenza per via dei terzini. Estupinian e Athekame sono da rodare, tastare, verificare. Avranno bisogno di tempo e Allegri non ne ha moltissimo. Di sicuro il centrocampo, i centrali e... Maignan possono aiutarli moltissimo nell'inserimento e nella crescita, ma converrà che si adattino presto, dimostrandosi all'altezza. I centrali, ho detto. Abbiamo imparato ad apprezzare, a fidarci di Gabbia. Stiamo aspettando il ritorno di Tomori ai livelli dello scudetto, le premesse della cura (e il feeling) con Allegri paiono incoraggianti: tocca a lui. Poi c'è Pavlovic, irruente, grintoso, capace di prestazioni leonine, picchi preziosi, ma di black out che deve pulire. Infine Thiaw tra il desiderio dell'allenatore di tenerlo con sé e quello della società che ha l'acquolina in bocca, invece, aspettando un'offerta da accettare. Ho scritto su di lui questa settimana: "Sono personalmente convinto che resti un profilo interessante, con molti margini di miglioramento che però in queste ultime stagioni non sono stati così significativi. Allegri sembra crederci, è un fatto che si sia sempre alternato con Gabbia e Tomori senza trovare un’utilità assoluta. E’ in assoluto il giocatore sul quale – in caso di cessione – non possa essere sbagliata la valutazione". Aggiungo che in caso di cessione, andrebbe sostituito. Leoni e Comuzzo sono solo (promettenti) prospettive. 

L'attacco resta incompleto: Leao, Pulisic, Gimenez. Poi il jolly Saelemakers. Ad oggi grossi punti di domanda su Okafor e Chukwueze, sia per quanto riguarda il loro destino che il loro rendimento. Restano Vlahovic, o Hojlund, o chi per loro, ma la coperta coperta appare leggermente corta a meno che Okafor o Chukwueze non riescano davvero a convincere Max di potersi rendere utili. 

Sarebbe una rosa in grado di riconquistare la Champions? Modric non si accontenta, così come non dovrebbe accontentarsi il Milan e di sicuro nemmeno Allegri. Arrivando da un 8° posto il traguardo di salire sul podio o di entrare comunque nelle prime 4, obiettivo dichiarato, sarebbe apprezzabile. Il popolo rossonero ha però fame, molta fame ed è questo l'acquisto che dovrebbe essere integrato ai giocatori disponibili: la fame, una fame atavica. Per chiarire, vi regalo la definizione dell'enciclopedia Treccani: "atàvico agg. [der. del lat. atăvus «bisarcavolo», e nel plur. atăvi «proavi, antenati»] (pl. m. -ci). – 1. Che risale agli avi o da essi deriva: manifestazione, morbosità che ha cause a.; famiglia in cui la professione di venditori d’acqua è a. (Di Giacomo). 2. Che proviene da atavismo: caratteri a.; anomalie ataviche". Una fame che risale agli avi o da essi deriva. Ci siamo capiti?

Il mondo milanista al suo interno è diventato divisivo, da qualche anno a questa parte. Dal crepuscolo dell'epopea berlusconiana ai closing un po' criptici, dal portaborse cinese a Gerry Cardinale, si sono perse affezione, senso di appartenenza e anche un filo di storia. C'è persino una parte che insulta chi si abbona e chi va allo stadio. Con Paolo Maldini si era ritrovato il senso delle cose, lo scudetto (ma anche i 2 secondi posti e una competitività europea ritrovata) avevano rigenerato l'ambiente. Il suo esautoramento ha di nuovo spaccato l'universo rossonero, diviso tra aziendalisti e servi, sbandieratori e paladini. Sto parlando, sia ben chiaro, di tifosi, non di blogger né di colleghi, o influencer, o opinionisti. Sto parlando di chi si schiera o si scaglia con o contro, non tanto per ciò che pensano e dicono (e con i toni e i modi con cui lo fanno) i loro bersagli, ma per chi lo dice e come.   

Le signorine che fanno il mestiere più antico del mondo scendono e salgono dai carri per soldi, per vantaggi propri. Per vivere o per sopravvivere. I salti ideologici legati a torbide figure dirigenziali e all'inaridimento dei sentimenti puri del tifoso, invece, hanno creato la degenerazione social di gente che non ha alcun tornaconto né economico né personale, se non l'effimera soddisfazione di insultare. È un tutti contro tutti che terminerà soltanto con la cessione del club e il ritorno di figure di riferimento importanti, magari di nuovo Paolo. 

Nel frattempo continuo a preferire quelle signorine, che non amano e non odiano a prescindere, ma pesano come vengono trattate e da chi.