
La forza della normalità: Gabbia punto fermo anche per Allegri
Nell'incertezza difensiva del Milan, situazione che si porta avanti da fin troppo tempo e che Allegri è sicuramente chiamato a risolvere, per ora c'è solo una costante positiva a prescindere dallo schieramento adottato: nel corso delle ultime stagioni, che si sia scelto di giocare con una linea a tre o con una classica linea a quattro, il centrale che è riuscito ad essere affidabile in modo continuo, pur con normali alti e bassi, è Matteo Gabbia. Il classe 1999 dopo i sei mesi in prestito al Villarreal durante la seconda metà del 2023 è tornato in Italia con un piglio totalmente diverso. Da prodotto del settore giovanile trattato quasi come un mascotte ed utilizzato solo in situazioni di emergenza a calciatore formato con una personalità ben definita. I sei mesi lontani da casa e dalla famiglia, in compagnia solo di Federica, diventata sua moglie durante quest'estate, hanno permesso a Gabbia di fare quello step che in molti non credevano potesse fare.
Nessuno si sogna di parlarne come se fosse un fenomeno, ma la sua normalità e la sua continuità spiccano in un reparto che negli ultimi anni ne ha viste e ne ha passate di cotte e di crude. Negli ultimi tempi, anche senza fascia al braccio, ha parlato spesso e volentieri da capitano. Dopo Milan-Monza, ultima partita della scorsa stagione che ha visto il Milan finire all'ottavo posto in campionato, Gabbia non aveva utilizzato mezzi termini: "Qui al Milan non ci manca mai niente. Dobbiamo prenderci le nostre responsabilità, focalizzarci sul campo e fare molto meglio di quest’anno. Penso sia giusto che rimanga qui chi davvero vuole rimanere. Non ho visto nessuno che vuole andare via ma comunque è importante che chi rimane qua dia l’anima e non abbia altro in testa, ma solo il Milan, e si concentri a fare il meglio possibile in campo e a Milanello ogni settimana".
Parole dure ma corrette, soprattutto vedendo comportamenti vari che durante l'arco della scorsa stagione hanno creato evidenti difficoltà alla squadra. Non un "j'accuse", ma la necessità di mettere i puntini sulle i anche davanti le telecamere. Gabbia, una vita in rossonero a partire dal Settore Giovanile, ha guadagnato di autorevolezza con i compagni sia con la professionalità che dimostra a Milanello ogni giorno e sia con le gesta sul campo: il gol vittoria all'ultimo minuto nel derby dello scorso settembre è stata la ciliegina sulla torta. Da allora Matteo è entrato stabilmente tra i titolari sia con Fonseca che con Conceiçao, firmando a novembre il rinnovo di contratto fino al 2029, e trovando tanta continuità anche in queste prime uscite con Max Allegri.
Non può essere altrimenti visto che è l'unico centrale, in attesa di vedere De Winter ed il giovanissimo Odogu, ad avere doti più conservative rispetto a Tomori e Pavlovic, molto più aggressivi. In più Matteo, e questo chi va a San Siro l'ha iniziato a notare da diverso tempo, parla veramente tanto con i compagni di reparto: insieme a Maignan guida con grande sicurezza la linea difensiva, regolandone l'altezza e richiamando i compagni alle giuste posizioni. Al momento è intoccabile per Allegri, sia che si giochi a tre e sia che si giochi a due. Siamo all'inizio, ma Matteo ha la maturità calcistica giusta e l'allenatore adatto per continuare questo percorso di crescita quasi sorprendente. Perché la normalità è sottovalutata.







