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La manata a Gimenez e i cortigiani travestiti da verginelle: l'arbitro Valeri aveva ammesso una verità scomodaTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 14:00Primo Piano
di Manuel Del Vecchio
per Milannews.it

La manata a Gimenez e i cortigiani travestiti da verginelle: l'arbitro Valeri aveva ammesso una verità scomoda

La reazione di Gimenez alla manata/trattenuta di Parisi in area di rigore di ieri sera, in Milan-Fiorentina, ha fatto riemergere una discussione ed una problematica che in tanti hanno portato alla luce negli ultimi anni, ovvero le reazioni esagerate dei calciatori a contatti/falli per invogliare VAR ed arbitro a controllare con maggior precisione quello che è successo.

Se da una parte è vero che sono situazioni che esacerbano il clima e non aiutano gli arbitri, dall'altra è uno strumento di "difesa" di chi va in campo: sebbene Rocchi e i vertici arbitrali AIA rimarcano come quello che interessa al VAR o all'arbitro è il fallo (o potenziale fallo) in sé e non le conseguenze/reazioni che arrivano dopo, il campo invece ci fa notare come il trend sia diverso. È nella natura dell'uomo sbagliare e farsi influenzare da certe dinamiche, e quindi si può notare come a volte falli evidenti o interventi pericolosi non vengano approfonditi perché chi subisce il fallo non produce una reazione sufficiente a richiamare l'attenzione.

Ad ammetterlo (clicca QUI) fu lo stesso Paolo Valeri nell'ottobre 2022, quando è intervenuto durante il corso tenuto da Gugliemo Stendardo presso l'università LUISS parlando di un episodio controverso successo in Atalanta-Milan 1-1. L'entrata di Hateboer su Leao era un netto grave fallo di gioco, con piede a martello e velocità sostenuta, con potenziale rischio per la caviglia di Rafa: arbitro e VAR non punirono il giocatore atalantino con il rosso. Valeri poi spiegò il motivo del suo errore in sala VAR: "Su Hateboer in Atalanta-Milan ho sbagliato. Ero al VAR e quell’intervento su Leão era rosso fuoco. Un errore, ve lo spiego: il giocatore s’è rialzato subito, nessuno ha chiesto nulla, il gioco è ripreso quasi subito. Ecco, entri come in un tunnel, ti convinci di un’idea, la fai tua e finisci per sbagliare invece bisogna essere asettici, dimenticarsi di essere arbitri. È capitato a me, capitò lo scorso anno in Torino-Inter con il fallo di Ranocchia su Belotti. Dobbiamo stare più attenti".

Sono passati tre anni, ma la spiegazione rimane tutt'ora valida: è innegabile che nel momento in cui chi subisce l'intervento richiami l'attenzione generale rimanendo a terra goda di un'attenzione diversa da parte di VAR e arbitro. È giusto parlare di come il voler accentuare ogni intervento non faccia bene a nessuno, ma dall'altro lato è importante ricordare come nel corso della partita possano subentrare dinamiche particolari che hanno bisogno di "contromisure" particolari. E quindi tutti i verginelli dell'ultim'ora, illuminati da un improvviso senso di giustizia e onore, possono andare a sfogare i propri pruriti altrove: perché un conto è voler analizzare e commentare per amor di verità e passione, un altro è utilizzare episodi che riguardano altre squadre per far emergere la propria malcelata fede calcistica e utilizzarla come simbolo di purezza e castità. Il calcio è un mondo di cortigiani, giusto per rimanere sull'attualità. Che significato dare a questa parola? Dopo aver letto l'insurrezione popolare guidata dai soliti noti, avvelenatori di pozzi-social che si nascondono dietro un tesserino, è facile andare a scegliere.