
La Cremonese ha cambiato filosofia rispetto a tre anni fa. Quando finì penultima
La Cremonese ha raccolto i primi tre punti del proprio campionato con il Milan. Può sembrare un falso positivo, considerato il fatto che è la prima giornata e all'inizio del campionato ci sono sorprese più o meno grandi. Non c'è dubbio che sia stato inaspettato e, per certi versi, anche storico. Vincere a San Siro per i grigiorossi non è certo un'abitudine, come quella di nessuna piccola del nostro campionato.
Dopo quasi tre decenni fra B e C, nel 2022-23 la Cremonese è tornata in Serie A. Lo ha fatto inserendo diversi giocatori stranieri alla prima stagione in Serie A. Emanuel Aiwu dal Rapid Vienna, Jack Hendry dal Club Bruges, Luka Lochoshvili dal Wolfsberger, Santiago Ascacibar dall’Hertha Berlino, Charles Pickel dal Famalicao, Cyriel Dessers dal Genk. Nessuno di loro ha fatto benissimo, con Dessers che è stato ceduto un anno dopo - quasi per disperazione, anche se doveva essere il bomber della squadra - oppure Hendry che ora gioca in Arabia Saudita, all'Al Ettifaq.
Rispetto a tre anni fa, scorrendo gli acquisti dei lombardi, si nota una cosa. L’unico acquisto straniero è arrivato ieri, cioè Faris Moumbagna, in prestito dall’Olympique Marsiglia. Poi tutti dal mercato interno come Payero, Sanabria, Bondo, Terracciano, Baschirotto, Zerbin, Audero, Pezzella, Grassi. Anche giocatori con discreta esperienza e spendendo in maniera misurata, senza farsi prendere la mano con lo scouting come tre anni fa. O come il Venezia della scorsa annata: servono profili di categoria per creare uno zoccolo duro. Può andare bene oppure male, ma il cambio di filosofia è assolutamente innegabile.
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