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Ceferin contro Italia e Spagna: “Le partite dei club europei non devono giocarsi altrove"TUTTO mercato WEB
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Oggi alle 13:15Serie A
di Luca Bargellini

Ceferin contro Italia e Spagna: “Le partite dei club europei non devono giocarsi altrove"

Ospite quotidiano di Politico USA, il presidente della UEFA Aleksander Ceferin ha affrontato anche temi strettamente calcistici. Ecco la parte dedicata, estrapolata dalla lunga intervista al quotidiano americano: Eravate preoccupati, o lo siete ancora, per il tentativo della FIFA di creare un torneo concorrente alla Champions League? "No, non mi preoccupa affatto. I nostri club lo volevano, soprattutto i grandi, e credo che la ragione fosse principalmente finanziaria. Se organizzano un Mondiale per club ogni quattro anni, per noi va benissimo. Ogni due anni? Non sarei d'accordo, ma non credo che lo vogliano". Ritiene che le multiproprietà nel calcio europeo siano andate troppo oltre? "Questo è uno dei problemi che dovremo affrontare. Vietarle completamente significherebbe allontanare gli investitori dal calcio. Consentire che due club siano di proprietà dello stesso soggetto e giochino nella stessa competizione, però, per noi è un tabù, per una questione di credibilità. Nel momento in cui perdiamo la credibilità delle competizioni, perdiamo tutto". Cosa pensa della situazione del Crystal Palace che, dopo la vittoria in FA Cup, si è visto sottrarre l’Europa League? "Sarebbe stato un evento storico per loro. Ma non è colpa della UEFA se è successo. Giocheranno comunque in Europa, e anche questo è positivo. Non sono stato coinvolto nel processo decisionale; conoscevo solo il risultato. Ovviamente mi dispiace: non è colpa dei tifosi, né della UEFA, né dei giocatori e degli allenatori". Le Federazioni di Italia e Spagna stanno lavorando per spostare alcune partite al di fuori dei confini europei. È qualcosa che la UEFA cercherà di bloccare o siete disposti a dare il via libera? "Non siamo contenti, ma da quanto abbiamo verificato legalmente non abbiamo molto margine, se la federazione è d’accordo. E sia l’Italia che la Spagna lo sono. Penso però che in futuro dovremo discuterne seriamente, perché il calcio dovrebbe essere giocato in Europa: i tifosi dovrebbero vedere le partite in casa, non possono andare in Australia o negli Stati Uniti per seguire le loro squadre. Apriremo questa discussione anche con la FIFA e con le federazioni, perché non credo sia una buona idea. Se si tratta di un’eccezione, va bene; se c’è una ragione valida, va bene. Ma in linea di principio le squadre europee dovrebbero giocare in Europa, perché i loro tifosi vivono qui. È una tradizione importante, e proprio oggi stavamo discutendo del fatto che questa sarà una delle grandi questioni per il futuro". È possibile che alcune gare di competizioni UEFA si disputino negli USA, in Australia o nella zona del Golfo Persico? "Per ora non abbiamo ancora discusso di eventuali partite fuori dall’Europa. Credo sia semplice: non è in programma". Il presidente del Barcellona, Joan Laporta, ha dichiarato a fine luglio che la UEFA era in trattative con i promotori della Superlega per discutere di nuovi modelli di competizione e di una piattaforma tecnologica globale. È vero? "Se la UEFA fosse in trattativa, allora il sottoscritto non ne saprebbe nulla. E senza che io lo sappia, non ha senso. Quindi non è vero. Ovviamente, comunichiamo, non io personalmente, ma lo facciamo, con entrambi i club spagnoli. Ho anche incontrato Laporta, tutto bene, ma non si tratta di una trattativa. Il nuovo formato della Champions League non cambierà, questo è chiaro. Real Madrid e Barcellona sono sempre i benvenuti nella famiglia del calcio europeo, a cui hanno sempre appartenuto». Esclude di candidarsi per un altro mandato nel 2027, alla fine dell’attuale? "Non voglio commentare affatto la questione". Vorrebbe mai dirigere la FIFA? "No. Forse un giorno mi rilasserò un po’".