
Ballotta: "Io ripartirei da Meret, sta migliorando e garantisce equilibrio alla difesa"
A “1 Football Club” su 1 Station Radio, è intervenuto Marco Ballotta, allenatore ed ex portiere di Lazio e Inter.
Mister, proviamo a capire cosa non ha funzionato sabato nella finale di Champions tra Inter e Paris Saint-Germain. Secondo lei, cosa è andato storto? “Ma penso che non abbia funzionato assolutamente nulla. Dal primo minuto, appena è cominciata la partita, il Paris Saint-Germain ha preso in mano il gioco, e l’Inter purtroppo non ha avuto la giusta reazione. Ha subito gol quasi subito, poi il raddoppio… Probabilmente non si aspettavano una partenza così forte da parte degli avversari. Però non ho visto neanche una reazione degna di nota. Si sarebbe dovuto capire subito che non ti facevano giocare da dietro, con Sommer in difficoltà nella costruzione. Forse si doveva adottare un sistema diverso, rinviare lungo sugli attaccanti e puntare sulle seconde palle, vista la pressione alta del PSG. Poi, certo, la partita storta ci può stare, ma non è solo una questione fisica: la differenza l’ha fatta la testa. L’Inter è sembrata sorpresa, spiazzata dall’intensità del PSG. Alla fine la vittoria dei francesi è stata ampiamente meritata, e un 5-0 in finale lascia il segno. Questo risultato resterà nella mente dei giocatori e anche di Simone Inzaghi.”
Ai suoi tempi non sarebbe stato concepibile che uno degli allenatori più vincenti della Serie A, come Antonio Conte, rifiutasse la Juventus. Il vento è cambiato? “Nel calcio stanno cambiando molte cose, soprattutto a livello dirigenziale. Chi oggi vuole fare le cose seriamente guarda sì al blasone della società, ma anche – e soprattutto – alla struttura e all’organizzazione. Alla Juventus, al momento, c’è molta confusione. Un allenatore, per quanto bravo, non può fare tutto. Allegri, nell’ultimo anno, ha praticamente coperto ogni ruolo perché mancava una vera società alle spalle. Ognuno deve fare il proprio mestiere: l’allenatore deve allenare e fare richieste tecniche, non gestire tutto. Credo che Conte abbia chiesto garanzie anche sul centro sportivo, sui campi, e De Laurentiis gli abbia fatto capire che lo avrebbe messo nelle condizioni ideali per lavorare. Altrimenti, con tutte le cose che Conte ha detto durante la stagione, questo matrimonio non sarebbe andato avanti. Quindi, possiamo dire che nella scelta di Conte siano stati decisivi gli aspetti dirigenziali: da un lato il Napoli, che va dritto per la sua strada, e dall’altro la Juventus, dove c’è ancora confusione. A Torino devono ancora sistemare molte cose. Le figure dirigenziali non sono ancora ben definite, c’è confusione e tutto è ancora in costruzione. Conte conosce bene l’ambiente Juve, ma forse proprio per questo non se l’è sentita di tornare in una situazione non ancora consolidata. Ora, però, tocca a De Laurentiis mantenere le promesse.”
Alex Meret, nella sua migliore stagione da quando è al Napoli, è arrivato a giugno con un contratto in scadenza tra pochi giorni. Secondo lei, cosa dovrebbe fare il Napoli con lui? “Sì, Meret è in scadenza. Io l’ho sempre difeso, anche nei momenti più complicati. Ho sempre avuto parole positive per lui, anche quando non giocava tanto o non era al meglio. Penso che il rinnovo non debba essere solo automatico, ma quasi. Anche perché trovare un portiere più forte o fare investimenti rischiosi non è semplice. Basta guardare il caso De Gea, che ha fatto un campionato straordinario alla Fiorentina, ma nessuno se lo aspettava. Meret dà sicurezza, è ancora giovane e sta crescendo molto. Sta migliorando, fa esperienza e garantisce equilibrio alla difesa. Io partirei da lui.”
Le voci su Donnarumma al Napoli sono solo indiscrezioni di mercato o c’è qualcosa di concreto? “Ora parte il mercato, quindi ne sentiremo di tutti i colori ogni giorno. Non dobbiamo stupirci. Anche l’interesse per Donnarumma può starci, tutto può succedere. Ma io credo che il Napoli non abbia bisogno di cambiare il portiere. Poi magari è Meret stesso ad avere voglia di andar via, e lì cambiano le cose. Però, in linea generale, penso che si debbano cambiare i giocatori solo dove c’è reale necessità. E nel ruolo del portiere, il Napoli è coperto. Sono altri i ruoli che andrebbero rinforzati.”







