Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroCalendariScommessePronostici
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliaricomocremonesefiorentinagenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilannapoliparmapisaromasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenafrosinonelatinalivornonocerinapalermoperugiapescarapordenonepotenzaregginasalernitanasampdoriasassuoloturris
Altri canali euro 2024serie bserie cchampions leaguefantacalciopodcaststatistiche
tmw / napoli / Le Interviste
Figc, Gravina: "Il talento c'è, fateli giocare! Nazionali giovanili tra le migliori e risultati storici"TUTTO mercato WEB
Oggi alle 12:45Le Interviste
di Redazione Tutto Napoli.net
per Tuttonapoli.net

Figc, Gravina: "Il talento c'è, fateli giocare! Nazionali giovanili tra le migliori e risultati storici"

Non solo Spalletti, la Norvegia ed il Mondiale. Nel suo intervento al Festival della Serie A in corso di svolgimento a Parma, il presidente federale Gabriele Gravina ha parlato anche dei giovani italiani e delle nazionali giovanili rimarcando gli ottimi risultati raggiunti.

Non riesce a pensare a un’Italia ancora senza Mondiale?
“No, mi fa stare male e quindi non ci penso. È un progetto a cui credo, noi abbiamo investito tantissime energie: sento critiche da gente che chiede cosa abbiamo fatto. Guardate i risultati delle giovanili: sono storici. Non voglio elogiare il nostro operato, ma è assurdo non valorizzare aspetti progettuali di un percorso cha ha portato alla prima vittoria storica dell’Under 17 in Europa, e a tanti altri risultati. Pensate davvero che, dopo aver abbandonato per ragioni anagrafiche grandissimi campioni, l’Italia potesse vivere di rendita sulla sua storia? No, la storia si costruisce: non si tramanda come fosse un’eredità. Dobbiamo guardare ad altre nazioni, l’Italia peraltro ha vinto per la prima volta il premio Burlaz (dedicato dalla UEFA alle federazioni con i migliori risultati giovanili, ndr): chi lo ha vinto, poi nel giro di cinque anni ha vinto Europei o Mondiali, unica eccezione l’Inghilterra che ha perso con noi in finale degli Europei. Vuol dire che la Nazionale del futuro la stiamo costruendo nel tempo. Poi ci dobbiamo assumere delle responsabilità, io per primo: dobbiamo accelerare”.

Come?
“Su una valorizzazione dei giovani, non possiamo avere tre macro-aree che lavorano senza dialogare: settore tecnico, settore giovanile, Club Italia. Fondiamole, con un unico direttore tecnico. Noi abbiamo 50 centri federali sparsi in Italia: lo dico onestamente, è un progetto da rivedere. Ci vuole più tecnica. È quello il momento dell’educazione: noi siamo abituati a imporre ai ragazzi una metodologia legata alla pedagogia delle competenze. Pensiamo di doverli rendere tabulae rasae da riempire di nozioni: noi dobbiamo porre un seme, e dobbiamo farlo non solo nella scuola ma anche nella scuola calcio”.

È convinto che il percorso portato avanti possa dare risultati, che sia il caso di insistere?
“Assolutamente, come quasi il 99% dei delegati federali che mi ha dato fiducia mesi fa. Non vedo possibilità di mollare in un momento così delicato. Se dovessi immaginare ipotesi alternative possano dare un contributo innovativo e stravolgente lo farei, ma sono convinto del contrario: potrei generare un ulteriore danno. Abbiamo obiettivi, dobbiamo portare avanti il lavoro condiviso in particolare con la Serie A: erano anni che non avevamo modalità di dialogo e di collaborazione come in questo periodo, fondamentale per il sistema”.

Quanto può durare questo progetto?

“Di solito a livello sportivo servono 10 anni, la nostra Under 17 sarà pronta fra 3-4 anni”.

C’è un vincolo culturale che impedisce di puntare sui giovani?

“Il talento c’è, lo confermano le certificazioni. All’ultimo mondiale Samuele Inácio ha fatto benissimo e ora andrà al Borussia Dortmund: al talento servono opportunità, e per averle servono coraggio. Due anni fa Lamine Yamal o Antonio Nusa non erano quelli che sono oggi, lo sono diventati con la possibilità di giocare: qualcuno ci ha creduto”.

Si possono limitare gli stranieri in Italia?
"Purtroppo no, ci sono norme legate alla tutela del lavoro e alla libera circolazione dei calciatori. Parlo degli europei, non puoi impedire l'ingresso: per gli extracomunitari esiste già un limite dettato dalla Bossi-Fini, il più restrittivo a livello internazionale. Pensare di imporre a società di capitali di perseguire interessi diversi è impossibile. Non è un problema di vincoli, ma di vocazione: l'investimento sui giovani non è una prerogativa solo di alcune realtà nell'interesse della Nazionale, ma è una scelta di visione. Di chi ritiene che i vivai e le infrastrutture siano la soluzione per il futuro. Se qualcuno mettesse obblighi, e qualche soggetto facesse ricorso, sarebbe peggio".