
Pescara, a centrocampo la musica è cambiata
In estate, sul gong di sessione, erano arrivati due big per la serie C, l'ex Luca Valzania e Lorenzo Lonardi, ma il secondo ha giocato poco e rivedrà il campo solo l'anno prossimo ed un solo elemento, pur di categoria superiore, non può aver da solo cambiato fisionomia e, soprattutto, rendimento al settore che rappresenta il cuore della squadra. L'anno scorso, in particolare nella gestione Zdenek Zeman, il centrocampo era il reparto che cambiava più spesso, quasi ad ogni partita, anche nei momenti migliori e a prescindere dal risultato della precedente gara. C'era innanzitutto l'enigma play, con tre uomini ad alternarsi: Squizzato, mai convincente, Aloi, il fedelissimo al quale Sdengo, come centrale o come interno, non rinunciava mai, e Dagasso, il giovanissimo canterano che era al primo anno tra i grandi. Come interni, invece, il Demiurgo di Praga era partito con Tunjov e Dagasso, salvo cambiare di continuo (come i successori Bucaro e Cascione) in primis per le difficoltà dell'estone, che era partito benissimo soprattutto in zona gol (5 reti nelle prime 6 gare disputate) ma che poi si era gradualmente perso, per l'attitudine non certo positiva di estraniarsi dalla partita e di sacrificarsi poco per il collettivo. Quest'anno, invece, la musica è cambiata ed il merito è innanzitutto della panchina biancazzurra. Stesso assetto di squadra e di reparto, con 3 uomini in mezzo, ma compiti ed interpretazione ben diversi, meno estremi.
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