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La notte più importante per Steven Zhang: la finale della Champions è il momento giusto per vendere. Le verità del New York Times e le cessioni sul mercato che non possono essere più rimandate
Inviato di Tuttomercatoweb, è in RAI con 90° Minuto e Calcio Totale. Ha lavorato con Radio RAI, Il Messaggero e Radio Sportiva
L'Inter vive in una bolla fatta da un sogno aggrappato al presente, al miracolo europeo, alla finale Champions League di stanotte contro il Manchester City. Non può fare altrimenti perché se prova a guardare il futuro vedere solo una montagna di debiti e una scadenza improrogabile. Che Steven Zhang sta provando a spostare, chiedendo il rifinanziamento del debito da 350 milioni di euro al fondo Oaktree: se entro il maggio 2024 non dovesse ottemperare agli oneri finanziari, perderebbe de facto il club in modo simile a quanto fatto in passato da Yonghong Li con Elliott. Se non dovesse restituire i soldi dati in prestito al 12%, perderebbe la società ma pur di provare a tenerla, ha chiesto il rifinanziamento spalmando il debito su più anni con interessi oltre ogni ragionevole limite. Al 20%.
Sprofondo nerazzurro: conti da incubo
Steven Zhang ha rilasciato ieri una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport, dove però ha aggirato la questione. Del prestito ha detto che "Oaktree è un fondo importante gestito da persone molto professionali. Abbiamo intenzione di rinegoziare il prestito. Troveremo una soluzione insieme per il rifinanziamento e finché ci sarò io, ci sarà un'Inter stabile e competitiva". In questa frase non c'è un piano finanziario, se non una richiesta datata ma che non ha ricevuto finora risposte positive dall'hedge fund statunitense. L'Inter ha 830 milioni di debiti secondo il New York Times, le perdite sono cresciute e il club è andato sotto di 400 milioni e da qui, tra bond, prestito e investimenti, è arrivata la richiesta per la cessione di Zhang. Ufficialmente il numero uno dell'Inter e di Suning fa sapere che il club non è in vendita ma il mandato agli advisor statunitensi, Raine e Goldman, sarebbero da tempo partiti. Entrambe sono al lavoro da tempo e non è da escludere anche l'ipotesi di una cordata di investitori dagli USA come nel caso del Chelsea.
No, il prezzo non è giusto. Ma le cessioni così sono inevitabili
E' vero, è un giorno che entrerà nella storia. Ma in un momento dove i conti dei club sono diventati un fattore, urge sottolineare questo elemento che ha portato alla finale storica dell'Inter: Steven Zhang ha viaggiato in questi mesi sull'onda del presente, con un progetto ora 'ipotecato', come lo ha definito ieri in un lungo speciale anche Il Fatto Quotidiano. Così questa rischia di essere davvero l'ultima thule del numero uno cinese e non c'è chiaramente momento migliore per vendere. Anche perché i conti sono chiari e in caso contrario le cessioni diventerebbero inevitabili. Il Chelsea vorrebbe André Onana, e probabilmente lo prenderà, ma Real Madrid e Blues guardano pure a Lautaro Martinez. Finora le cronache di mercato hanno raccontato dei tanti assalti delle big europee per i migliori della rosa dell'Inter ma fino a questo momento Zhang, Marotta e Ausilio, hanno sempre detto di no. Per l'orgoglio, per il cuore, perché con tutti questi rifiuti hanno raggiunto un obiettivo sportivo clamoroso e pazzesco come quello di stanotte. E da italiani, non possiamo che auspicare una cosa, a Istanbul. Ma da domani, per Steven Zhang, il futuro sarà inevitabile.
Sprofondo nerazzurro: conti da incubo
Steven Zhang ha rilasciato ieri una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport, dove però ha aggirato la questione. Del prestito ha detto che "Oaktree è un fondo importante gestito da persone molto professionali. Abbiamo intenzione di rinegoziare il prestito. Troveremo una soluzione insieme per il rifinanziamento e finché ci sarò io, ci sarà un'Inter stabile e competitiva". In questa frase non c'è un piano finanziario, se non una richiesta datata ma che non ha ricevuto finora risposte positive dall'hedge fund statunitense. L'Inter ha 830 milioni di debiti secondo il New York Times, le perdite sono cresciute e il club è andato sotto di 400 milioni e da qui, tra bond, prestito e investimenti, è arrivata la richiesta per la cessione di Zhang. Ufficialmente il numero uno dell'Inter e di Suning fa sapere che il club non è in vendita ma il mandato agli advisor statunitensi, Raine e Goldman, sarebbero da tempo partiti. Entrambe sono al lavoro da tempo e non è da escludere anche l'ipotesi di una cordata di investitori dagli USA come nel caso del Chelsea.
No, il prezzo non è giusto. Ma le cessioni così sono inevitabili
E' vero, è un giorno che entrerà nella storia. Ma in un momento dove i conti dei club sono diventati un fattore, urge sottolineare questo elemento che ha portato alla finale storica dell'Inter: Steven Zhang ha viaggiato in questi mesi sull'onda del presente, con un progetto ora 'ipotecato', come lo ha definito ieri in un lungo speciale anche Il Fatto Quotidiano. Così questa rischia di essere davvero l'ultima thule del numero uno cinese e non c'è chiaramente momento migliore per vendere. Anche perché i conti sono chiari e in caso contrario le cessioni diventerebbero inevitabili. Il Chelsea vorrebbe André Onana, e probabilmente lo prenderà, ma Real Madrid e Blues guardano pure a Lautaro Martinez. Finora le cronache di mercato hanno raccontato dei tanti assalti delle big europee per i migliori della rosa dell'Inter ma fino a questo momento Zhang, Marotta e Ausilio, hanno sempre detto di no. Per l'orgoglio, per il cuore, perché con tutti questi rifiuti hanno raggiunto un obiettivo sportivo clamoroso e pazzesco come quello di stanotte. E da italiani, non possiamo che auspicare una cosa, a Istanbul. Ma da domani, per Steven Zhang, il futuro sarà inevitabile.
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