
Il Mondiale, Vinicius e i predecessori: Ancelotti metterà fine alla crisi del Brasile?
Un ultimo grande ballo (forse), a 65 anni, per entrare definitivamente nella leggenda del calcio. Carlo Ancelotti è già nell'Olimpo grazie ai numerosi successi conquistati prima da calciatore e poi da allenatore, ma la sfida che lo attende è la più difficile di tutte quelle affrontate finora in carriera: condurre il Brasile alla vittoria del Mondiale del 2026. Una vera e propria impresa, a giudicare dai risultati recenti ottenuti dalla Seleçao e dai suoi predecessori, tutti annientati nel giro di pochi mesi dalla "depressione" che ha travolto la nazionale che era la più "felice" del mondo.
Trascinato nel vortice della mediocrità dopo il Mineirazo (l'1-7 contro la Germania nella semifinale del Mondiale casalingo) e incapace di rialzarsi anche a causa dei successi conquistati in serie dall'odiata Argentina, il Brasile sta vivendo il periodo peggiore della sua storia: manca il fuoriclasse, in campo come in panchina quel leader capace di trascinare l'ambiente anche nei momenti complicati. L'ultimo è stato Neymar, Vinicius jr. non è ancora riuscito a raccoglierne il testimone. In questo senso, probabilmente, è stata presa una decisione epocale: consegnare la guida della squadra per la prima volta a un tecnico straniero, un allenatore vincente e amatissimo che conosce meglio di tutti Vinicius e molti altri giocatori e che sarà in grado di esaltarne le qualità.
"Il più grande tecnico della storia e ora è alla guida della più grande nazionale del pianeta. Insieme scriveremo nuovi gloriosi capitoli del calcio brasiliano", ha affermato il presidente federale Ednaldo Rodrigues, che ha inseguito a lungo Carletto e ora è finalmente riuscito a coronare il suo sogno. Il sogno, adesso, diventa il Mondiale: il Brasile non lo vince dal 2002 e da allora sono arrivate solo cocenti delusioni. È il momento giusto per tornare a risplendere.
Trascinato nel vortice della mediocrità dopo il Mineirazo (l'1-7 contro la Germania nella semifinale del Mondiale casalingo) e incapace di rialzarsi anche a causa dei successi conquistati in serie dall'odiata Argentina, il Brasile sta vivendo il periodo peggiore della sua storia: manca il fuoriclasse, in campo come in panchina quel leader capace di trascinare l'ambiente anche nei momenti complicati. L'ultimo è stato Neymar, Vinicius jr. non è ancora riuscito a raccoglierne il testimone. In questo senso, probabilmente, è stata presa una decisione epocale: consegnare la guida della squadra per la prima volta a un tecnico straniero, un allenatore vincente e amatissimo che conosce meglio di tutti Vinicius e molti altri giocatori e che sarà in grado di esaltarne le qualità.
"Il più grande tecnico della storia e ora è alla guida della più grande nazionale del pianeta. Insieme scriveremo nuovi gloriosi capitoli del calcio brasiliano", ha affermato il presidente federale Ednaldo Rodrigues, che ha inseguito a lungo Carletto e ora è finalmente riuscito a coronare il suo sogno. Il sogno, adesso, diventa il Mondiale: il Brasile non lo vince dal 2002 e da allora sono arrivate solo cocenti delusioni. È il momento giusto per tornare a risplendere.
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