
Roma, stop algoritmi: con Ranieri, Gasp e Massara si torna alla normalità
La separazione con Florent Ghisolfi e la conseguente nomina di Frederic Massara come nuovo direttore sportivo chiudono una fase dell’era americana della Roma: quella degli algoritmi.
Sin dal loro insediamento nel 2020, Dan e Ryan Friedkin si sono serviti di aziende come la Retexo Intelligence o la CAA Base per scegliere i profili adatti a ricoprire i ruoli apicali nell’organigramma della Roma, attraverso specifici algoritmi. Gli ingaggi di Tiago Pinto, Lina Souloukou e Florent Ghisolfi vanno inquadrati in questo contesto: sono tutti o quasi frutto di uno studio di determinati parametri reputati fondamentali dai patron texani. Un metodo molto a stelle strisce, ma che poco aveva a che fare con la cultura calcistica italiana. E gli stessi Friedkin se ne sono resi conto.
La scelta di puntare su Claudio Ranieri (prima come allenatore, poi come dirigente), Gian Piero Gasperini e Frederic Massara rappresentano un cambio di rotta da parte della stessa proprietà americana. L’esperienza pluriennale sul campo e la conoscenza del calcio italiano sono tornati a essere valori centrali nella gestione societaria del club. Questo nuovo corso è stato preso dall’ambiente romanista come una vera e propria rivoluzione, quando in realtà dovrebbe essere la cosa più normale al mondo: un dirigente che vive di calcio da più di 70 anni e che ha scritto la storia da allenatore; un tecnico che ha fatto la gavetta partendo dalle giovanili fino al tetto d’Europa e un direttore sportivo degno di essere chiamato tale (ricordiamo che Ghisolfi, sulla carta, era il direttore tecnico).
Un ritorno alla normalità, ma al tempo stesso una ventata d’aria fresca. Sarà il campo a fare da giudice, ma la linea disegnata dalla Roma sembra essere quella giusta.
Sin dal loro insediamento nel 2020, Dan e Ryan Friedkin si sono serviti di aziende come la Retexo Intelligence o la CAA Base per scegliere i profili adatti a ricoprire i ruoli apicali nell’organigramma della Roma, attraverso specifici algoritmi. Gli ingaggi di Tiago Pinto, Lina Souloukou e Florent Ghisolfi vanno inquadrati in questo contesto: sono tutti o quasi frutto di uno studio di determinati parametri reputati fondamentali dai patron texani. Un metodo molto a stelle strisce, ma che poco aveva a che fare con la cultura calcistica italiana. E gli stessi Friedkin se ne sono resi conto.
La scelta di puntare su Claudio Ranieri (prima come allenatore, poi come dirigente), Gian Piero Gasperini e Frederic Massara rappresentano un cambio di rotta da parte della stessa proprietà americana. L’esperienza pluriennale sul campo e la conoscenza del calcio italiano sono tornati a essere valori centrali nella gestione societaria del club. Questo nuovo corso è stato preso dall’ambiente romanista come una vera e propria rivoluzione, quando in realtà dovrebbe essere la cosa più normale al mondo: un dirigente che vive di calcio da più di 70 anni e che ha scritto la storia da allenatore; un tecnico che ha fatto la gavetta partendo dalle giovanili fino al tetto d’Europa e un direttore sportivo degno di essere chiamato tale (ricordiamo che Ghisolfi, sulla carta, era il direttore tecnico).
Un ritorno alla normalità, ma al tempo stesso una ventata d’aria fresca. Sarà il campo a fare da giudice, ma la linea disegnata dalla Roma sembra essere quella giusta.
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