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26 giugno 2006, il rigore di Totti contro l'Australia. "Gli faccio il cucchiaio. Lascia perdere..."TUTTO mercato WEB
Oggi alle 00:00Accadde Oggi...
di Andrea Losapio

26 giugno 2006, il rigore di Totti contro l'Australia. "Gli faccio il cucchiaio. Lascia perdere..."

Il 26 giugno del 2006, al Fritz-Walter Stadion di Kaiserslautern, l'Italia affronta l'Australia negli ottavi del Mondiale tedesco. Dopo un primo tempo carico di occasioni per Luca Toni, ecco che nella seconda frazione Materazzi falcia Zambrotta e viene espulso in maniera inopinata dall'arbitro. Gamba dritta ma sarebbe stato giusto il giallo. In ogni caso per quaranta minuti più eventuali supplementari e rigori gli azzurri sono in dieci, incominciando a soffrire. In un paio di circostanza potrebbe andare in gol, così come subirlo, fino al lancio lungo su Grosso che salta il suo diretto avversario e viene stesso.

Un rigore definito generoso da qualcuno, anche se difensore scivoloso difensore pericoloso, soprattutto in area. Così dagli undici metri va chi, qualche mese prima, si era per un intervento di Vanigli. Quattro mesi di stop e Francesco Totti è pronto a calciare dal dischetto, all'ultimo minuto, con la possibilità di decretare il passaggio del turno.


Il racconto di Totti su quel rigore è di qualche mese fa a Cronache di Spogliatoio. “Non dico che ci ha consacrato, ma è quel calcio di rigore che dopo aver segnato abbiamo detto: Arriviamo fino alla fine. Una partita un po’ particolare, eravamo rimasti in 10 per l’espulsione di Materazzi. Se fossimo andati ai supplementari non so come sarebbe andata, l’Australia era una squadra compatta e con bei giocatori. Quel pallone era un macigno, dopo aver segnato abbiamo capito che potessimo vincere il Mondiale".

Ripercorrendo anche la lunghissima via crucis con stazioni immaginarie, con pensieri come a Euro2000. Ricordo di aver fatto 70 metri infiniti per arrivare al dischetto. Ho pensato: Mo gli faccio il cucchiaio. Poi mi son detto: Lascia perdere. Parlavo tra me e me, come fossi un matto: cercavo delle risposte che non riuscivo a darmi. Il portiere era bello grosso, prendeva quasi tutta la porta. Ho detto: Lo tiro come al solito, forte e in alto, come va va. Devo dire che è andata benissimo”.