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tmw / roma / Primo piano
Tra doppie sedute e pomeriggi liberi, la solita stucchevole narrazione sul ritiro
ieri alle 22:00Primo piano
di Gabriele Chiocchio
per Vocegiallorossa.it
fonte L'editoriale di Gabriele Chiocchio

Tra doppie sedute e pomeriggi liberi, la solita stucchevole narrazione sul ritiro

Da più di qualche stagione, la Roma non svolge più la preparazione prestagionale in località di montagna del nord Italia. Un appuntamento atteso da molti tifosi, i quali approfittavano della cosa per, magari, organizzare una vacanza in zone più fresche della penisola e andare a vedere uno o più allenamenti. Ai tempi ci si sorprendeva - ogni anno, come se quello precedente non fosse mai esistito - della presenza del pallone già dalle prime sedute, come se l’unico metodo possibile e culturalmente accettato fosse quello delle lunghe ripetute di Zeman o, in generale, del fondo in mezzo ai boschi, in percorsi magari irregolari e accidentati.

Nel 2025 le cose non funzionano più così, o almeno non funzionano più solamente così: da quel che si riesce a scorgere dai primi allenamenti guidati da Gasperini a Trigoria, sembra che i calciatori abbiano corso non solo sui campi, ma anche all’interno del centro sportivo. Come a dire: sfruttiamo tutti gli spazi a disposizione, come se fossimo davvero in montagna. La cosa ha senz’altro esaltato una parte degli appassionati di Roma, che più sentono notizie riguardanti allenamenti intensi, duri e magari punitivi, più sono soddisfatti dei metodi dell’allenatore di turno. In questi giorni si è scritto addirittura di “triple sedute” e la notizia è stata accolta, da qualche parte, con tripudio, come se chi non fa svolgere tre allenamenti al giorno fosse fesso. Leggendo meglio, però, si scopre che i famosi tre allenamenti sono semplicemente le tre fasi di una sola seduta, magari un po’ più abbondante visto il periodo iniziale della stagione, distribuite nell’arco della giornata: fase atletica al mattino, palestra intorno all’ora di pranzo - quando è più caldo e dunque consigliabile stare in un locale climatizzato - e parte tecnico/tattica al pomeriggio.

Niente di straordinario, e, tra l’altro, niente di mai compiutamente realizzato: il "sergente di ferro" Gasperini, quello che avrebbe dovuto “riportare la cultura del lavoro a Trigoria dopo il lassismo degli anni passati” (esattamente come qualsiasi altro allenatore passato di qui e messo a confronto con il predecessore) ha concesso già per due volte il pomeriggio libero ai giocatori, che non sono neanche sempre tenuti a dormire all’interno del Fulvio Bernardini. Anche qui nulla di sbagliato o sorprendente, tranne per chi si aspetta un addestramento da militari al posto di un ritiro da squadra di calcio. Insomma, nel periodo della preparazione si vive una stucchevole narrazione di comodo, quando in realtà sarebbe più indicato - e più onesto - cercare di far capire come funzionano le cose in questo periodo storico del calcio, che, come tutte le cose, si è inevitabilmente evoluto rispetto ai metodi di dieci, venti o trenta anni fa. E come dieci, venti o trenta anni fa, si può fare la migliore preparazione di questo mondo, ma se poi durante la stagione si lavora male, tutti i benefici di un buon ritiro - così chiamiamolo - vanno inevitabilmente perduti. Che siano uno, due, tre o dieci allenamenti al giorno.