Una buona Salernitana frena l'impeto dell'Inter: 0-0 all'intervallo

Il primo tempo di Salernitana-Inter è divertente, ma senza gol: 0-0 all'intervallo all'Arechi, nella meravigliosa cornice di pubblico granata nel segno dei Pink Floyd - "ci troverete sempre qui, nel lato oscuro della luna” - al termine di una frazione più equilibrata di quel che si poteva immaginare. Dopo un avvio tutto interista, coi giocatori di Simone Inzaghi in maglia bianca per l'occasione, sono dei granata di Paulo Sousa alcune delle migliori occasioni per sbloccare la gara. A sottolineare la poca distanza nella pericolosità, anche alcuni dati: 0,58 a 0,80 expected goals dopo i primi 45 minuti. E i tifosi di Salerno, in una gara molto accesa anche dal punto di vista fisico e dei nervi, possono anche dolersi per l'imprecisione sotto porta di Jovane Cabral, comunque tra i migliori in campo.

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L'Inter parte col monologo… L'Inter si affida a Thuram e il francese è il primo a creare pericoli: al quinto Ochoa deve volare a sventare una girata aerea del francese su punizione battuta da Calhanoglu. Sanchez, protagonista di un avvio grintoso, manda invece alle stelle un suggerimento di Carlos Augusto. I primi minuti di gara, in sostanza, sono un soliloquio nerazzurro; con l’avanzata del cronometro, però, cresce la Salernitana che alza il proprio baricentro e la pressione applicata sul possesso palla avversario. L’Inter protesta per un contatto Gyomber-Thuram - Abisso lascia giocare, il VAR non interviene - e la squadra granata arriva anche al tiro, con Cabral murato da Pavard e poi fuori di poco.

… La Salernitana regge: reti bianche all'intervallo. Scavallata la mezz'ora il copione, anche tattico, è chiaro: l'Inter attacca bene a destra, meno sull'out opposto dove è evidente vi siano nuove alchimie da trovare. I padroni di casa aspettano e, con la tanta qualità voluta da Sousa sulla trequarti, hanno le armi per colpire e trovare spazio anche infilandosi negli scampoli di possesso lasciati dagli ospiti. Nel finale, ennesima occasione per Cabral, che regge all'urto fisico di Pavard, scappa e arriva alla conclusione: manca, ancora una volta, precisione nella mira.