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Dal rapporto con l'Italia a Reja e Kumbulla: parla Duka, Pres. Federcalcio Albania

ESCLUSIVA TMW - Dal rapporto con l'Italia a Reja e Kumbulla: parla Duka, Pres. Federcalcio Albania
sabato 16 maggio 2020, 09:30Serie A
di Marco Conterio

Armand Duka risponde con un italiano perfetto. E' al di là del mare, nella sua Albania. La sua terra, i suoi orizzonti. Oltre le onde, l'Italia. Quella dove, a Roma, nel febbraio del 2019, è stato eletto nel Comitato Esecutivo della UEFA, da numero uno della FShF, la Federcalcio albanese. Quella che Duka ha portato, negli anni e col lavoro, nel presente e nel futuro. Imprenditore di successo, guida la Federcalcio dal 2002 e il suo operato è stato fondamentale per la costruzione di stadi, infrastrutture e centri tecnici. "In questo momento siamo fermi, però -spiega il Presidente in esclusiva per Tuttomercatoweb.com: dal 9 marzo fino ad ora non siamo scesi in campo, sia come calcio e come tutte le attività. La prossima settimana, da lunedì 18, riprendiamo con le sedute di gruppo, e dal 3 giugno, riprendiamo la categoria superiore. Poi dal 7 giugno anche la seconda e terza. Finora abbiamo fatto lavorare i giocatori con sedute guidate dai tecnici, sia per i professionisti che per i settori giovanili, per tenersi in forma a casa".
Quanto è stato forte il contraccolpo per il calcio albanese, in seguito allo stop per la pandemia dovuta al Covid-19?
"I nostri club, in percentuale, hanno avuto la stessa perdita delle grandi. Il 20-25% del budget. Lo stesso noi come Federazione: abbiamo perso qualche gara, qualche diritto e qualche introito dagli incassi. L'Albania è un paese diverso dall'Italia sotto tanti aspetti: le società sono più fragili e noi come Federazione abbiamo pagato due mensilità a tutti quelli che lavorano nel calcio. Il Governo purtroppo non ci ha supportati come movimento calcistico, per questo abbiamo deciso, direttamente, di dare due mensilità".
Un gesto certamente nobile e importante.
"Adesso speriamo di riprendere. Abbiamo fatto un protocollo per riprendere, simile a quello tedesco. Faremo il possibile secondo le nostre condizioni e impianti, non è impossibile da rispettare e c'è da dire che in Albania il virus non ha avuto l'impatto che c'è stato in altri paesi. La situazione è stata diversa che in altre nazioni, per fortuna".
Il legame tra i nostri paesi si è indubbiamente consolidati anche grazie al gesto dei vostri sanitari e del presidente Edi Rama all'inizio della pandemia.
"E' stato un bel gesto. Dal primo giorno l'ho apprezzato e ho chiamato il Primo Ministro e gli ho detto che è stata la cosa più bella che ha fatto in questa situazione (ride, ndr): ha dimostrato il nostro rispetto e la nostra riconoscenza per l'Italia. Negli ultimi trent'anni è stato un paese a noi sempre vicino, in ogni campo e attività della vita. Tanti albanesi vivono in Italia e abbiamo dimostrato la nostra riconoscenza, è stato un gesto bello e vero".
Parliamo della sua Federazione. A forti tinte italiane.
"Come Nazionale abbiamo studiato una nuova organizzazione con Edoardo Reja e il suo staff. Il mister non guida solo la Nazionale A ma è responsabile anche per le nazionali giovanili, collaborerà con tutti gli altri allenatori, dall'Under 15 all'Under 21.

Anche il suo staff fa la stessa cosa, il medico è responsabile dei medici, il preparatore per tutti i preparatori e via discorrendo".
Lo scouting è alla base di tutto il progetto orientato al futuro.
"Anche se l'Albania è piccola, abbiamo diviso il paese in sei regioni e facciamo allenare le Nazionali delle regioni dall'Under 13 all'Under 17 ogni settimana per tutto l'anno. Poi c'è sempre un campionato dove i tecnici delle Nazionali cercano ragazzi e talenti. Poi c'è un grande lavoro di scouting: abbiamo messo i nostri collaboratori ovunque e anche lì, due volte all'anno, facciamo ritiri per trovare talenti. Abbiamo gran parte dei giocatori fuori dall'Albania, non solo in prima squadra ma anche fino all'Under 15. Tanti giocano fuori e facciamo tanti ritiri e amichevoli".
Passiamo a Mister Reja, 'il più vecchio ct del mondo'.
"Conoscevo Reja come tecnico al Napoli, per noi era un sogno avere un ct di questa portata. Poi quando l'ho incontrato per la prima volta ho detto 'ha 74 anni...' ma non li dimostra. E' giovane, dentro, fuori: si allena, corre come e meglio degli altri. Con lui è tornata l'atmosfera di De Biasi per fortuna".
E che obiettivi avete?
"Tutti tifano la propria squadra, io compreso. Però devo e dobbiamo essere realistici. Posso dire che l'Albania può giocarsela con tutti, in Europa. Così possiamo perdere anche con le piccole... Per questo dico che in ogni qualificazione c'è l'obiettivo di qualificarci. In Nations League puntiamo al primo posto nella Categoria C, vogliamo il primato".
Potete farlo anche con uno dei talenti che ha stupito di più in Serie A, Marash Kumbulla del Verona. Che l'Italia pensava di soffiarvi...
"Ha giocato con noi dall'Under 15 in poi, in Nazionale. Poco con l'Under 21 perché è andato in prima squadra, in lui riponiamo grandi speranze. Però abbiamo tanti giocatori di talento in prima squadra e tra le giovanili".
E tra i pali.
"Abbiamo Strakosha e Berisha: Etrit è un leader, Thomas sta lottando addirittura per lo Scudetto. E' giovane, è bravo. Reja è in difficoltà perché son bravi e giocano, non è facile lasciarli fuori".
Non è finita qui.
"Poi Djimsiti che è all'Atalanta e agli ottavi di Champions, nella miglior stagione della sua vita. E' sviluppato e cambiato tanto, è un leader. Per non parlare di Elseid Hysaj: il nostro capitano, riferimento in Nazionale e giocatore di una big come il Napoli".

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