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Hellas, Berardi e Silvestri in coro: "A Verona i momenti più belli delle nostre carriere"

Hellas, Berardi e Silvestri in coro: "A Verona i momenti più belli delle nostre carriere"TUTTO mercato WEB
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
venerdì 29 maggio 2020, 13:53Serie A
di Luca Chiarini

Un format inedito, per regalare un momento di leggerezza e intrattenimento ai tifosi gialloblù. Alessandro Berardi, terzo portiere e grande uomo spogliatoio dell'Hellas Verona, ha vestito per mezz'ora i panni dell'intervistatore, porgendo alcune domande a Marco Silvestri in una diretta Instagram sul profilo ufficiale del club. Di seguito alcuni passaggi della live:

Com'è stato riprendere gli allenamenti?
"Era ora. Siamo stati fuori a lungo, senza sapere nulla. Sono molto contento, poi abbiamo ripreso bene: tutti i ragazzi mi sembrano in forma, mi sembra che tutti si siano allenati durante la quarantena".

Qualche compagno hai ritrovato con il taglio di capelli peggiore?
"Mi sentirei di dire Dimarco (ride, ndr). Anche Adjapong, che si è fatto delle trecce importanti. Salcedo quando è arrivato era abbastanza imbarazzante".

Hai qualche compagno permaloso?
"Ce ne sono un paio. Ma il più permaloso di tutti è Adjapong (ride, ndr). Bisogna stare attenti: è un bravissimo ragazzo, ma è un po' permaloso per certi aspetti".

Che rapporto hai con Cataldi, il preparatore dei portieri?
"È un grandissimo preparatore. La sua vita è dedicata a noi, ventiquattro ore su ventiquattro. Credo pensi a noi anche quando dorme. Sono stato fortunato a incontrare lui, e anche i miei compagni di reparto, come te. Vuole che diamo sempre tutto, e questo si vede in campo, perché le prestazioni sono sempre state di un certo livello, l'atteggiamento è sempre stato quello giusto".

Raccontaci la tua crescita. Avevi un idolo?
"Vengo da un paesino piccolissimo, Sologno. Ha un centinaio di abitanti. Da piccolo, quando giocavo con familiari e amici, mi misero subito in porta, perché ero il più piccolo. Poi iniziai la scuola calcio, da attaccante, ma non mi piaceva correre e tornai in porta. Poi le giovanili delle squadre di provincia e il passaggio al Modena: fu molto dura, perché per recarmi al campo di allenamento dovevo fare molti chilometri. Ma ho sempre affrontato tutto con serietà, ed è andata bene. Essendo cresciuto milanista il mio idolo era Dida, insieme a Buffon, che è l'idolo della nostra generazione".

E i portieri in attività oggi?
"In Serie A sono tutti forti. Penso che Musso possa diventare un portiere importante, mi è piaciuto molto quando l'ho affrontato".

Che rapporto hai con me e Radunovic?
"Siamo una cosa a parte rispetto alla squadra, siamo sempre noi tre. Cataldi ha imparato a conoscerci, ci lascia un po' di tempo per goderci le nostre cose. Lavoriamo sodo, tutti i giorni, ma riusciamo anche a divertirci. Abbiamo un bel gruppetto, c'è sintonia, come l'anno scorso del resto. Quest'armonia mi ha aiutato moltissimo, mi aiuterà in futuro, così come penso aiuterà voi se ce ne sarà bisogno. Ho fatto il secondo per qualche anno, ma non sono mai stato un buon secondo. È una questione caratteriale, e stando con voi mi sono accorto di non aver aiutato molto il primo portiere. Tra gli aneddoti mi piace raccontare il tuo arrivo: non ti buttasti subito nel 'casino', avesti bisogno del tuo tempo per ambientarti. Durante un allenamento ci scontrammo casualmente, e ti chiesi scusa, dicendoti: 'Dove ti ho preso?'. E tu mi rispondesti: 'Faccio prima a dirti dove non mi hai preso'. Lì capii che persona fossi".

La parata che ti ha emozionato di più?
"La più spettacolare è quella su Luis Alberto. Ma quella che mi è piaciuta particolarmente è stata quella su tuo cugino Berardi del Sassuolo (ride, in realtà non lo è, ndr). Allo stadio ci fu un boato, come se avessimo segnato un gol. Mi diede una sensazione molto bella".

Interviene poi l'ufficio stampa: Chi è il più simpatico tra i due?
Berardi: "All'apparenza io, ma anche Marco ci fa ridere. Ha i suoi tempi, è molto calmo, ma quando c'è da dire qualcosa è molto cinico. Ci fa ridere, è un compagno che uno vorrebbe sempre avere in squadra".

Chi se la caverebbe meglio a giocare fuori dalla porta?
Berardi: "Silvestri".
Silvestri: "Berardi è più esterno, io sono una prima punta".

Il giorno più bello della vostra carriera?
Berardi: "Qui ho avuto le soddisfazioni più belle della mia carriera. Ho vissuto due promozioni in A, che mi porterò sempre dietro. Spero che quello più bello debba ancora arrivare: devo ancora esordire in Serie A, ad esempio".
Silvestri: "La finale con Cittadella dell'anno scorso. Mi diede sensazioni mai provate prima. Non avevo mai vinto nulla fino ad allora, è stato veramente emozionante. Anche nei giorni successivi avevo la pelle d'oca quando passavo di fronte allo stadio, e non è usuale per una persona come me, non sono particolarmente emotivo".

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