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Hellas, Silvestri: "Ronaldo impressionante, mette apprensione. Sogno la Nazionale"

Hellas, Silvestri: "Ronaldo impressionante, mette apprensione. Sogno la Nazionale"TUTTO mercato WEB
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
venerdì 3 aprile 2020, 15:15Serie A
di Luca Chiarini

Nuovo appuntamento con la rubrica "A tu per tu": l'Hellas Verona, tramite una diretta Instagram, ha dato l'opportunità ai tifosi gialloblù di interagire con Marco Silvestri. Diversi i temi toccati dal numero uno degli scaligeri, dal privato ai bilanci provvisori della stagione attualmente sospesa. Queste le sue parole:

Com'è stato il tuo campionato fino a questo momento?
"È stata una stagione speciale. Personalmente è stata la prima da titolare in A, e non avrei potuto sperare di meglio. Peccato ci sia stato questo stop, speriamo di riprendere a giocare quando sarà possibile. Ma sono molto contento della stagione".

La parata più bella di questa stagione?
"C'è stata quella su Luis Alberto a Roma. Ma secondo me la più bella è stata sulla punizione di Berardi in casa: tutti mi hanno detto che sembrava già gol, poi lo stadio è esploso".

Come hai gestito il passaggio in Serie A?
"Per me è importante portare in campo quello che fai durante la settimana, non solo in allenament,o ma nell'arco delle ventiquattro ore. Preparo le partite di Serie A come preparavo quelle di B, anche se è ovviamente un campionato più complicato, c'è più qualità".

Cos'hai pensato quando ti sei ritrovato di fronte a Cristiano Ronaldo?
"È un giocatore di un altro pianeta, è eccezionale, mette un po' di apprensione. Sai che quando ha palla devi stare attento, può inventarsi qualsiasi cosa, come ha fatto a Verona. È complicato da affrontare, soprattutto per un portiere".

Cos'hai provato quando avete battuto la Juve?
"È stata una soddisfazione grossa per noi, soprattutto perché avvenuta in casa. Dico sempre che anche se non avessimo vinto i nostri tifosi sarebbero stati comunque orgogliosi. La vittoria ha amplificato tutto, vincere contro una delle squadre più forti al mondo è stato molto bello".

Com'è il rapporto con gli altri portieri?
"C'è un gran rapporto, sono due ragazzi eccezionali, due ottimi portieri. Ho un gran rapporto con Berardi, ma anche con Radunovic, c'è un bel clima tra di noi. Quando sono stato secondo mi sentivo un po' fuori dal contesto, ora che ho questa responsabilità mi impegno per coinvolgerli il più possibile, chiedendo loro consigli, cosa avrebbero fatto in determinate situazioni. Per me sono molto importanti".

Che rapporto hai con il preparatore Cataldi e con Ivan Juric?
"Cataldi è un preparatore eccezionale, sono stato fortunato a trovarlo l'anno scorso. È a disposizione ventiquattro ore su ventiquattro, lavora quindici ore al giorno per noi. È molto preparato e una grande persona, è riuscito a farmi tirare fuori tutto da quando sono qua. Si è capito subito che personalità avesse Juric, la nostra identità la dobbiamo a lui. Vuole che ci alleniamo sempre al massimo, e chi vede giocare l'Hellas percepisce un'identità precisa. Il merito è suo".

In quale fondamentale pensi di dover migliorare?
"Si può migliorare in tutto. Penso di dover essere più sereno con la palla tra i piedi: non mi piace rischiare, ma penso potrei provare qualche giocata in più".

Ci vuole più fortuna o bravura per diventare professionisti?
"Entrambe, ma servono soprattutto tanti sacrifici. La fortuna va da chi la cerca, se fai tutto quello che puoi fare la vita in qualche modo ti dà una mano. Serve costanza, bravura, sacrifici. Tutto".

Cosa ne pensi dei tifosi dell'Hellas e della città?
"Sono stato a Verona per la prima volta a diciotto anni, quando mi acquistò il Chievo. Poi andai via, tornai a ventuno anni, poi di nuovo via e sono tornato a ventisei anni. Per me Verona, al di là della bellezza della città, è casa mia. I tifosi sono molto caldi, personalmente sono contento perché penso mi vogliano bene. Per me è molto importante poter uscire di casa sempre a testa alta".

Com'è giocare con la curva sud alle spalle?
"La nostra è una curva eccezionale, l'unico peccato è che sono un po' lontani, ci piacerebbe averli più vicini. Per noi è molto importante avere tifosi così, quando ce n'è bisogno troviamo forza in loro. Quest'anno sono stati molto positivi con noi, anche in momenti in cui stavamo giochicchiando. Infatti siamo sempre riusciti a fare ottime prestazioni, soprattutto in casa".

Qual è il portiere più forte al momento? E quello che ti ha ispirato di più?
"Il portiere più forte oggi è Alisson. Sono cresciuto milanista, anche se oggi non lo sono praticamente più, ma il mio idolo era Dida. Lui mi ha ispirato tanto, era eccezionale. Poi, come tutti i portieri nati negli ultimi vent'anni, Ginaluigi Buffon. E' stato il portiere migliore al mondo per molto tempo".

I compagni con cui hai legato di più?
"Quello per cui provo più affetto è Berardi, anche se ce ne sono molti altri. Quest'anno abbiamo un gruppo importante, di bravissimi ragazzi".

Qual è stato lo stadio inglese che ti ha impressionato di più?
"Quello del Leeds è molto bello, ha quarantacinque mila posti, ma non è tra i più belli. Ci sono stadi più piccoli, ma modernissimi, anche in Championship. La gente va molto volentieri allo stadio, si guarda meno la partita in tv. Lo stadio più impressionante in cui ho giocato è Anfield: era tutto esaurito, c'erano anche dodici mila tifosi del Leeds. Sono sempre stato appassionato del Liverpool, nonostante la sconfitta facemmo un'ottima partita".

Come ti trovi con Amrabat?
"È fortissimo, ha qualità tecniche e una forza impressionante. È un bravo ragazzo, farà sicuramente una grande carriera".

Com'è nato il rapporto con Tommy, il tuo accompagnatore affetto da ittiosi?
"È nato casualmente, la prima volta che è entrato in campo con me è stata contro il Perugia: l'ho preso in braccio, poi ho parato un rigore. Sono andato a trovarlo, poi mi ha accompagnato altre volte e mi ha portato bene".

Più bella la finale con il Cittadella o battere la Juve?
"Battere la Juve è stata una soddisfazione enorme, ma non si può paragonare a quello che abbiamo fatto lo scorso anno. A ripensarci mi viene la pelle d'oca, non è una cosa che mi capita spesso".

Pensi alla Nazionale?
"Il sogno è quello, penso sia la massima aspirazione di un calciatore. Non si gioca a calcio per non essere convocati in Nazionale. Non ci penso particolarmente, so che in Serie A ho fatto poco, so di dover fare ancora molto. E penso di non aver ancora fatto vedere cosa posso fare".

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