Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

Le grandi trattative dell’Inter - 1988, Berti simbolo dell'interismo come pochi

Le grandi trattative dell’Inter - 1988, Berti simbolo dell'interismo come pochiTUTTO mercato WEB
domenica 10 maggio 2020, 09:10Serie A
di Alessandro Rimi

Sono gli anni in cui il presidente Pellegrini e l’avvocato Prisco ne hanno abbastanza delle vittorie della Juventus di Michel Platini, del Napoli di Diego Maradona e del Milan degli olandesi (ai quali presto si aggiungerà Frank Rijkaard). Gli anni in cui nelle loro menti, in quella di Giovanni Trapattoni che al momento è riuscito al massimo a centrare un podio in Serie A una semifinale di Coppa Italia persa contro la Sampdoria di Vialli, Mancini, Ganz e Chiesa.

È il momento di alzare l’asticella e di fatti siamo ai primordi dell’Inter dei record. Dal mercato arrivano Bianchi, Díaz, Brehme, Matthäus e Nicolino Berti. Centrocampista dallo strappo improvviso a caccia della porta che trovava anche spesso e volentieri. Brillante adolescente al Parma, mediano polivalente nella grande Fiorentina di Baggio, Massaro e Antognoni. A Firenze Nicola cresce con una velocità impressionante.

Non gli tremano le gambe in un contesto di squadra top e anzi ne diventa un caposaldo. Perciò già in gennaio del 1988 il Napoli di Moggi pressa e incalza, tuttavia i risultati non saranno positivi. C’è l’Inter nel destino di Berti, pronta a formulare un’offerta di gran lunga migliore, traducibile nella proposta formale inviata da Milano pari a 7 miliardi di lire. Così la Viola si convince, Nicola si convince, ignaro del fatto che in nerazzurro sarebbe diventato un modello di sostanza, ma pure di eleganza.

Di umiltà ed efficacia, ma anche di distinzione e follia. Centrocampista che attacca, attaccante basso che difende in mezzo. Leader indiscusso dello spogliatoio, incubo del Milan che nei derby con lui davanti ha pianto. Una storia d’amore indimenticabile, lunga dieci anni e marchiati da due Coppe Uefa, una Supercoppa Italiana, lo scudetto dei record, 312 presenze e 41 gol. Lascerà l’Inter per la Premier a zero. Per i nerazzurri non è mai andato via.

Primo piano
TMW Radio Sport
Serie A
Serie B
Serie C
Calcio femminile