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TMW Radio - Torchia: “Nazionale? Non è tutto da buttare. Su Dybala scelta non solo economica”

TMW Radio - Torchia: “Nazionale? Non è tutto da buttare. Su Dybala scelta non solo economica”TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
mercoledì 30 marzo 2022, 19:10Serie A
di Alessandro Di Nardo
Archivio Stadio Aperto 2020-2021
TMW Radio
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Davide Torchia intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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L'ex calciatore e attuale agente Davide Torchia, che ha tra gli altri Daniele Rugani tra i suoi assistiti, è intervenuto a Stadio Aperto, trasmissione pomeridiana di TMW Radio, parlando di vari temi, cominciando da quelli legati alla Nazionale italiana: “Noi ci aspettiamo che dopo momenti del genere ci sia la rivoluzione, in questo caso ci sono state reazioni più soft, tant’è che l’allenatore ha deciso di continuare. In generale non ci siamo espressi benissimo negli ultimi mesi come Nazionale, la partita con la Macedonia è stata solo il culmine. Certo, se si mette a confronto questa eliminazione con quella del 2017, quella volta arrivammo secondi nel girone di qualificazione dietro ad una Spagna inavvicinabile e siamo usciti per sfortuna contro la Svezia e ci fu una rivoluzione. Questa volta ci siamo andati più soft. Adesso escono un sacco di idee per rivoluzionare il calcio: sento parlare di ius soli, di settori giovanili e altro. Se guardiamo l’Inghilterra, anche lì in Premier ci sono tanti stranieri, ma la nazionale ha tanti talenti. Non è tanto il numero di stranieri, ma il loro livello. Noi abbiamo tanti stranieri ma di medio livello”.

Come si può migliorare il calcio italiano?
“Tra i cinque movimenti calcistici maggiori in Europa siamo quelli meno in crescita. C’è da ammettere che da noi ci sono molte più pressioni. Non possiamo cambiare come popolo, ma abbiamo dirigenti ben dotati che, se lasciassero perdere un po’ gli algoritmi e dessero più fiducia a calciatori e tecnici, potrebbero costruire qualcosa. Certo che non ci sono troppi esempi virtuosi in Europa. Se si guarda il passaggio del turno di Villarreal e Benfica, hanno messo in campo un catenaccio vecchio stile”.

C’è troppa polarizzazione tra chi vuole proporre gioco e chi pensa ai risultati?
“In questo caso vedo che tanti che puntano sul cosiddetto “giochismo”, dopo due sconfitte vengono messi in discussione. In Italia tendiamo a fare così. Dall’altra parte, le nuove scuole tanto sponsorizzate come quella della Red Bull, non mi sembra si siano inventati niente. Lo faceva Zeman trent’anni fa. Noi abbiamo allenatori italiani molto bravi, dobbiamo avere la nostra identità, da ritrovare con buona condizione atletica, ottime conoscenze tattiche e grandissima attenzione. La differenza, anche per quanto riguarda la grande scuola dei nostri difensori, la faceva l’allenamento all’attenzione. Dobbiamo sfruttare le nostre doti applicate a questo nuovo calcio. Noi in questo momento, anche come giocatori, non siamo messi così male”.

Capitolo Juventus: Rugani sta trovando sempre più minutaggio, nonostante l’errore in Champions.
“In questa stagione Rugani si è costruito una credibilità ed alcune certezze che non possono essere distrutte per l’intervento sbagliato contro il Villarreal. Sono situazioni di gioco che capitano. Siccome intorno, dove un giorno prima sei osannato ed il giorno dopo sei da vendere, non c’è un equilibrio, il calciatore deve essere bravo a trovarlo da solo. Bisogna tenere la barra dritta sulle proprie certezze. Si ha la tendenza generale a voler distruggere tutto per ripartire, bisogna entrare nell’ottica che adesso non è possibile cambiare sette-otto giocatori ogni sei mesi”.

Si aspettava che tra Dybala e la Juve sarebbe finita così?
“Non sono qui a dire chi ha torto e chi ha ragione, però prolungando questa situazione negli ultimi mesi vuol dire che la decisione presa non riguarda solo le richieste economiche del giocatore. Poi i calciatori devono capire che certe cifre adesso sono difficili da guadagnare”.

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