
Ursino sulle dimissioni dal Cosenza: "Me ne volevo andare dopo un mese"
Nel corso dell'intervista rilasciata a TuttoMercatoWeb.com Beppe Ursino ha parlato anche della sua ultima esperienza al Cosenza e della decisione di non fare più il dirigente.
La rivedremo nel calcio?
"A me piace andare in giro ora, a guardare giocatori e squadre. Ma non fare il direttore, dico basta. Ho una certa età ed è giusto dare spazio ai giovani perché facciano una carriera almeno come quella che ho fatto io. E aggiungo: sono stato 30 anni lontano dalla mia famiglia. Il giorno in cui è nato mio figlio ero a fare il calciomercato! Però mi piace guardare le partite e i giocatori. Mi fa piacere che tanti colleghi mi cercano per dei consigli".
Anche l'ultima esperienza l'ha fatta giungere a questa convinzione?
"Sì, ma me ne volevo andare dopo un mese o due. Per non mettere in difficoltà il Presidente, ho aspettato. Non c'erano i presupposti per continuare, ma per altre questioni, nessun problema con la società".
Le seconde squadre le piacciono come idea? Si è adeguata anche l'Inter, ora.
"E' una buona idea, sì. Lo fanno all'estero, perché non noi? Quest'anno l'Atalanta ha lanciato un sacco di giovani. E giocava benissimo, perché Modesto fa anche giocare bene le squadre. E queste squadre possono anche migliorare il contesto della Serie C in generale".
Dalle squadre che sono salite in A, cosa si aspetta?
"Ancora è presto, c'è da vedere il mercato. Ma i tanti cambi in panchina nella bassa classifica non mi convincono. Soprattutto per chi arriva dalla Serie B: dopo una promozione ci vuole continuità. Cambiando trovi sempre delle difficoltà".
Sul playout Salernitana-Sampdoria in B e la situazione per la quale si sta giocando questa partita, che idea si è fatto?
"Una situazione assurda, ancora non si sa chi rimane in B e chi scende in C. In questi campionati ci sono troppe incongruenze, ma speriamo finisca domenica, con il campo".
La rivedremo nel calcio?
"A me piace andare in giro ora, a guardare giocatori e squadre. Ma non fare il direttore, dico basta. Ho una certa età ed è giusto dare spazio ai giovani perché facciano una carriera almeno come quella che ho fatto io. E aggiungo: sono stato 30 anni lontano dalla mia famiglia. Il giorno in cui è nato mio figlio ero a fare il calciomercato! Però mi piace guardare le partite e i giocatori. Mi fa piacere che tanti colleghi mi cercano per dei consigli".
Anche l'ultima esperienza l'ha fatta giungere a questa convinzione?
"Sì, ma me ne volevo andare dopo un mese o due. Per non mettere in difficoltà il Presidente, ho aspettato. Non c'erano i presupposti per continuare, ma per altre questioni, nessun problema con la società".
Le seconde squadre le piacciono come idea? Si è adeguata anche l'Inter, ora.
"E' una buona idea, sì. Lo fanno all'estero, perché non noi? Quest'anno l'Atalanta ha lanciato un sacco di giovani. E giocava benissimo, perché Modesto fa anche giocare bene le squadre. E queste squadre possono anche migliorare il contesto della Serie C in generale".
Dalle squadre che sono salite in A, cosa si aspetta?
"Ancora è presto, c'è da vedere il mercato. Ma i tanti cambi in panchina nella bassa classifica non mi convincono. Soprattutto per chi arriva dalla Serie B: dopo una promozione ci vuole continuità. Cambiando trovi sempre delle difficoltà".
Sul playout Salernitana-Sampdoria in B e la situazione per la quale si sta giocando questa partita, che idea si è fatto?
"Una situazione assurda, ancora non si sa chi rimane in B e chi scende in C. In questi campionati ci sono troppe incongruenze, ma speriamo finisca domenica, con il campo".
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