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Pescara, Masciangelo come Grosso a Berlino: "Momento epico, vedevo solo il gol"
“Io come Fabio Grosso al Mondiale 2006? Grazie del complimento, è un paragone divertente, ma Grosso è un campione!”.
Con ironia e leggerezza, ai microfoni di TuttoMercatoWeb.com, Edoardo Masciangelo, terzino del Pescara. Per coloro che si chiedono come mai il paragone con Grosso, presto detto: nella sfida salvezza dei playout contro il Perugia, il classe ’96 – nel decisivo momento del match di ritorno – è andato sul dischetto per battere il quinto penalty, quello che valeva la salvezza. Si, perché il confronto del “Curi” è stato infinito, e non sono bastati i supplementari, sono serviti anche i calci di rigore: “Era un momento epico, e io ho pensato che dopo una stagione lunga e tortuosa dovessi finire in bello, volevo aiutare la squadra. Ho cercato da subito di visualizzare il gol, me la sono sentita, un calciatore del resto vive per queste emozioni. Non ho esitato, quando abbiamo deciso l’ordine ho chiesto io di battere il quinto”.
Non hai mai avuto neppure un po’ di paura di sbagliarlo?
“No, ero molto concentrato e non ho mai tentennato. Ce la potevo fare. Ci giocavamo molto, ma non ho mai pensato che potessi sbagliarlo, pensavo solo che andasse bene: e così sono arrivato sul dischetto anche con meno pressione. Continuavo solo a visualizzare il gol e l’esultanza”.
Forse imprevista, ti ha visto “perdere” maglietta, pantaloncini…tutto!
“(Ride, ndr) E’ stata proprio un’esplosione di gioia. Ho visto tutti venirmi incontro, sguardi commossi, è stata una liberazione totale”.
Ma cosa non ha funzionato questo anno?
“E’ difficile dirlo, ma sicuramente, per esserci giocati la salvezza all’ultimo, qualcosa non è andato. Probabilmente quando le situazioni non girano e si arriva in fondo con sempre lo spettro dei playout, si perde spregiudicatezza, anche inconsciamente, e viene più difficile centrare risultati. Forse è stato questo a penalizzarci maggiormente, la B non è un campionato semplice, men che mai questo anno, con la classifica che è sempre stata cortissima: bastava una partita per mandarti su o giù. A questo poi è da aggiungere che siamo stati falcidiati da infortuni: in molti momenti importanti, in gare importanti, abbiamo dovuto fare a meno di elementi preziosi per noi. Le assenza incidono nel computo di una stagione, soprattutto se gli infortuni sono lunghi, come nel nostro caso”.
A breve la ripresa: come ripartirà il Pescara?
“La storia del club, la tifoseria, la città, la società meritano sicuramente traguardi diversi dai playout. Noi faremo di tutto per lottare dal primo all’ultimo secondo, migliorandoci rispetto a questa stagione ormai andata in archivio: vorremmo eguagliare i risultati che spesso il Pescara ha ottenuto”.
Con ironia e leggerezza, ai microfoni di TuttoMercatoWeb.com, Edoardo Masciangelo, terzino del Pescara. Per coloro che si chiedono come mai il paragone con Grosso, presto detto: nella sfida salvezza dei playout contro il Perugia, il classe ’96 – nel decisivo momento del match di ritorno – è andato sul dischetto per battere il quinto penalty, quello che valeva la salvezza. Si, perché il confronto del “Curi” è stato infinito, e non sono bastati i supplementari, sono serviti anche i calci di rigore: “Era un momento epico, e io ho pensato che dopo una stagione lunga e tortuosa dovessi finire in bello, volevo aiutare la squadra. Ho cercato da subito di visualizzare il gol, me la sono sentita, un calciatore del resto vive per queste emozioni. Non ho esitato, quando abbiamo deciso l’ordine ho chiesto io di battere il quinto”.
Non hai mai avuto neppure un po’ di paura di sbagliarlo?
“No, ero molto concentrato e non ho mai tentennato. Ce la potevo fare. Ci giocavamo molto, ma non ho mai pensato che potessi sbagliarlo, pensavo solo che andasse bene: e così sono arrivato sul dischetto anche con meno pressione. Continuavo solo a visualizzare il gol e l’esultanza”.
Forse imprevista, ti ha visto “perdere” maglietta, pantaloncini…tutto!
“(Ride, ndr) E’ stata proprio un’esplosione di gioia. Ho visto tutti venirmi incontro, sguardi commossi, è stata una liberazione totale”.
Ma cosa non ha funzionato questo anno?
“E’ difficile dirlo, ma sicuramente, per esserci giocati la salvezza all’ultimo, qualcosa non è andato. Probabilmente quando le situazioni non girano e si arriva in fondo con sempre lo spettro dei playout, si perde spregiudicatezza, anche inconsciamente, e viene più difficile centrare risultati. Forse è stato questo a penalizzarci maggiormente, la B non è un campionato semplice, men che mai questo anno, con la classifica che è sempre stata cortissima: bastava una partita per mandarti su o giù. A questo poi è da aggiungere che siamo stati falcidiati da infortuni: in molti momenti importanti, in gare importanti, abbiamo dovuto fare a meno di elementi preziosi per noi. Le assenza incidono nel computo di una stagione, soprattutto se gli infortuni sono lunghi, come nel nostro caso”.
A breve la ripresa: come ripartirà il Pescara?
“La storia del club, la tifoseria, la città, la società meritano sicuramente traguardi diversi dai playout. Noi faremo di tutto per lottare dal primo all’ultimo secondo, migliorandoci rispetto a questa stagione ormai andata in archivio: vorremmo eguagliare i risultati che spesso il Pescara ha ottenuto”.
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