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Siracusa, Turati: "Mi è stata chiesta la C in 2 anni. È arrivata al primo tentativo"TUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Ferri
Oggi alle 11:30Primo piano
di Raffaella Bon
per Tuttoc.com

Siracusa, Turati: "Mi è stata chiesta la C in 2 anni. È arrivata al primo tentativo"

Marco Turati, allenatore del Siracusa che domenica ha staccato il pass definitivo per la promozione in Serie C, dopo sei anni e una rifondazione societaria (nel 2019 era stato infatti escluso dalla terza serie per delibera della FIGC conseguente alla non iscrizione, ripartendo dalla Promozione), è intervenuto ai microfoni di TuttoC.com per celebrare l'impresa: "Sicuramente non è stato un campionato semplice, c'erano piazze veramente importanti e quindi è stata dura, però tutto sommato ce la siamo meritati".

Una tra tutte la Reggina, con cui vi siete scontrati fino all'ultima giornata.

"Certo, è sicuramente una piazza storica ed una squadra forte, costruita veramente bene, con giocatori che hanno anche fatto campionati di Serie B. quindi sapevamo sin dall'inizio che poteva essere il nostro avversario numero uno. Ma oltre a loro c'era una squadra come la Scafatese, con una proprietà veramente forte, sicuramente molto ambiziosa: arrivare davanti a queste due grandi realtà di serie D è veramente motivo d'orgoglio".

Dopo cinque anni negli staff di Spezia e Fiorentina grazie a Italiano, a un certo punto decide di cimentarsi in solitaria: come nasce questa decisione?

"Questa idea nasce fondamentalmente perché io faccio l'ultimo anno da calciatore qui a Siracusa, in una piazza che mi lascia veramente tanto e della quale sono veramente innamorato perché mi ha fatto rivivere a 37 anni delle emozioni uniche. Poi a causa del fallimento sono andato via. Mi ritrovo libero ed un amico come è Vincenzo (Italiano, ndr) mi chiede di seguirlo in questa avventura allo Spezia. dove lui si approcciava per la prima volta nel campionato di serie B. Nasce quindi questa collaborazione. Al nostro primo anno vinciamo subito i playoff e andiamo in Serie A, insomma gli ottimi risultati hanno fatto sì che la nostra collaborazione continuasse per 5 anni. L'anno scorso il nostro presidente Ricci, che è un presidente davvero molto ambizioso inizia a farsi vivo con me perché voleva un allenatore giovane, cercava un allenatore che potesse farlo divertire. A lui piaceva molto l'idea di calcio che gli avevo comunque prospettato e quindi nasce questa sorta di corteggiamento da parte sua e alla fine mi sono convinto sia per lui sia per la piazza".

Come nasce questa promozione in Serie C?

"Penso che sia stato un percorso importante. Un percorso netto perché fondamentalmente siamo stati primi 26 giornate su 33, quindi un percorso fatto prevalentemente davanti. Siamo migliorati moltissimo: siamo partiti con un gruppo di 27 calciatori quasi tutti nuovi, molti di questi venivano da altre realtà e quindi, soprattutto all'inizio, c'è stato tanto lavoro da fare per far sì che questa squadra trovasse gli automatismi. Ma devo dire che dalla vittoria di Scafati in poi - se non sbaglio è il 27 ottobre - la squadra ha maturato una consapevolezza veramente importante, abbiamo vinto tutti gli scontri diretti sia contro Reggina sia contro Scafatese e Vibonese che erano le nostre principali concorrenti e, giorno dopo giorno, dentro di noi, cresceva sempre di più l'autostima. Penso che durante questo finale l'abbiamo dimostrato inanellando 8 vittorie di fila".

Ma quest'estate eravate partiti con il progetto di vincere la Serie C?

"Il progetto innanzitutto era quello di costruire una squadra che potesse far divertire il pubblico e soprattutto la presidenza. Il nostro presidente è un amante del bel calcio, un esteta per natura e quindi mi aveva chiesto subito di fare un calcio sicuramente più offensivo e che facesse appunto divertire. Chiaramente essendo anche un presidente ambizioso mi aveva chiesto nel giro di due anni di vincere il campionato. Non nascondo che già dopo le prime amichevoli e la Coppa Italia avevo visto grandissime qualità dentro questo gruppo-squadra, soprattutto grandissime qualità morali e quindi sapevo che nonostante le nostre avversarie fossero agguerritissime potevamo fare un campionato di vertice e potevamo raggiungere la Serie C già al primo tentativo".

Si vince sempre con un gruppo unito?

"Il gruppo è stato molto importante, formato anche da giocatori di 34-36 anni che arrivavano dalle loro esperienze".

Un aggettivo?

"Direi coraggioso, hanno giocato a testa alta su qualsiasi campo, imponendo il lavoro che facevamo durante la settimana anche su campi storici come quello di Reggio. Non si sono mai trovati disgiunti ma sempre coraggiosi ad affrontare l'avversario".

Come già sottolineato, Lei ha lavorato per cinque anni con Vincenzo Italiano, anche lui partito dalla D ad Arzignano con una parabola ascendente enorme, tanto più che anche quest'anno è in finale di nuovo di Coppa Italia.

"Vincenzo oltre che essere un amico è un grandissimo allenatore, quindi solo essere accostato a lui mi dà grandissima gioia, ma veramente questi sono allenatori di altri livelli, di altri pianeti che non c' entrano niente con questa categoria. Io mi godo solamente questo momento e spero di ripartire il prossimo anno in una categoria molto più complicata e di ritagliarmi il mio piccolo spazio".

Una serie C che quest'anno al Sud ha avuto diversi problemi, ma una C al Sud più complicata per bacino di tifosi.

"La serie C al Sud è molto più complicata visto il calore anche dei tifosi, sicuramente il solito Girone C che è un po' quello che io ho fatto fino a 6 anni fa, dove su ogni campo era sempre una battaglia e forse negli ultimi anni ancora di più. Ci sono squadre veramente forti e attrezzate con allenatori validi che cercano di ottenere il risultato attraverso il gioco. Sicuramente sarà un bel banco di prova per noi e per tutta Siracusa".

Lei è un allenatore giovane: vorrei quindi chiederle cosa pensa dei giovani in Italia? Perché si dà loro troppo poco spazio?

"io ho sempre pensato che quando un calciatore giovane è forte ha le capacità per ritagliarsi spazio in qualsiasi squadra, in qualsiasi categoria e spesso ci facciamo forse anche troppe domande. Perché ci domandiamo perché in altri paesi giocano più giovani rispetto l'Italia? Ma spesso non mi trova d'accordo questa domanda perché, secondo me, da noi ci sono tanti ragazzi giovani che stanno venendo fuori e dico sempre che forse è meglio averne 2-3 forti piuttosto che far giocare tutti. Nella mia ultima esperienza nella Fiorentina, ad esempio, abbiamo fatto giocare diversi ragazzi che venivano dal nostro settore giovanile: ricordo Comuzzo, Kayode e Martinelli quindi, secondo me, dietro i nostri settori giovanili ci sono ragazzi veramente validi e sono sicuro che da questo punto di vista l'italia avrà veramente un futuro roseo".