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INTERVISTA TC Lorenzini: "Io, livornese, capitano del Pisa: derby emozione unica"TUTTO mercato WEB
Stadio 'Anconetani'
© foto di Tommaso Maschio
venerdì 17 novembre 2017, 22:00Interviste TC
di Sebastian Donzella
per Tuttoc.com

INTERVISTA TC Lorenzini: "Io, livornese, capitano del Pisa: derby emozione unica"

Manca ancora una settimana ma il clima inizia già a farsi incandescente. Anche perché Pisa-Livorno non è un derby come tanti. Tra nerazzurri e amaranto, infatti, c'è una rivalità che va al di là del calcio. Al punto che ci fu una doppia sollevazione popolare quando il governo Monti rese nota la propria volontà di unire le due province. Esiste un uomo, però, che è riuscito a farsi amare da entrambe le fazioni. Parliamo di Giacomo Lorenzini, attuale allenatore dell'Under 16 del Chievo e prolifico attaccante negli anni '90 e 2000, che in carriera ha avuto l'onore e l'onere di vestire tutte e due le maglie nonostante la sua provenienza livornese. Diventando capitano da una parte e segnando nel derby con l'altra. TuttoC.com lo ha intervistato in esclusiva.

Pisa e Livorno, in pochi possono dire di aver indossato tutte e due le maglie da protagonista...

"Vengo dalla provincia livornese e ho giocato in entrambe, sono affezionato a tutte e due in egual misura. Da livornese giocare nel Livorno è stata una soddisfazione incredibile, da livornese giocare a Pisa come capitano non ha prezzo. Credo sia un record (ride NdR). Ho dato tutto per queste due maglie, in due piazze bellissime".

Tra sette giorni torna un derby che manca da otto anni. Come lo vivrà?

"Da tifoso neutro. Mi piacerebbe andare allo stadio ma con il cambio d'orario non credo mi sarà possibile, visto che sarò impegnato con i miei ragazzi del Chievo. Peccato perché il derby ha sempre un'atmosfera particolare che inizi a respirare già una settimana prima. Ogni partita vale sempre tre punti ma quando le due squadre sanno di essere nello stesso campionato, i tifosi aspettano con ansia il calendario per cerchiare in rosso le due date del derby".

Il derby potrebbe giocarsi senza pubblico visto che entrambe le tifoserie protestano per la capienza bloccata.

"Semplicemente allucinante. Queste vicissitudini sono lo specchio della nostra Italia e dello stato in cui versa il nostro calcio. Poi non meravigliamoci se non ci qualifichiamo ai Mondiali. Parliamo di un derby sentitissimo tra due delle tifoserie più importanti d'Italia e non abbiamo uno stadio che possa ospitarli degnamente".

Una carriera, la sua, particolarissima con due esperienze a Pisa e, nel mezzo, una a Livorno. Partiamo dall'inizio...

"La prima a Pisa non fu fortunatissima. La retrocessione dalla B alla C nella stagione 1993-94, infatti, fu due volte drammatica: la prima perché arrivò dopo uno spareggio con l'Acireale perso ai rigori, la seconda perché la società fallì".

Poi, nel 2000-2001, una sola stagione a Livorno, in Serie C, con una finale playoff e due derby, entrambi vinti. Che ricordi ha?

"La stagione terminò in maniera amarissima, con la sconfitta in finale playoff, contro il Como, nei tempi supplementari. Però ricordo ancora i due derby perché mi sono rimasti nel cuore: scendere in campo per Pisa-Livorno è come giocare in Serie A. Un'ora e mezza prima della partita tribuna, gradinata e curva di casa sono già occupate in una rivalità che si sente tutto l'anno. Segnare a Livorno col Livorno fu un'emozione incredibile che ricordo ancora nei minimi dettagli. Lancio di Protti, diagonale e, dopo un rimbalzo, palla in rete: fu la rete del 3-0 definitivo. Al ritorno vincemmo a tavolino per le intemperanze dei tifosi. Quella non fu proprio una bella pagina ma col derby gli animi si surriscaldano come non mai".

L'esultanza però le causò qualche problema qualche anno dopo, quando tornò a Pisa.

"Alzai il dito al cielo. Era un indice, qualche pisano pensò fosse un medio e me lo fece notare quando ritornai a Pisa nel 2003. Per questo non ero visto di buon occhio da tutti ma in seguito ottenni la fascia di capitano col mio impegno, dimostrando che non avevo mancato di rispetto alla tifoseria pisana e che anzi, da professionista, davo il massimo per la maglia nerazzurra come avevo dato il massimo in precedenza per la maglia amaranto".

Sta seguendo Pisa e Livorno? Che ne pensa?

"Un po' più il Pisa solo perché ho la moglie pisana e ci gioca il mio amico Daniele Mannini. Le seguo entrambe dai giornali perché vivendo e lavorando in Veneto non è facile andare allo stadio in Toscana. Il Livorno è una squadra solidissima, il non aver ancora perso fa capire come sia stata costruita un'ottima squadra. A Pisa, invece, mi spiace per l'esonero di mister Gautieri, un tecnico preparato che però non è riuscito a raccogliere i risultati che voleva la società. Però la Lega Pro è sempre difficile e i campionati non si vincono mai sulla carta".

Il derby potrebbe cambiare la stagione?

"Di sicuro non sarà decisiva per le sorti del campionato, è ancora troppo presto. Ma può rappresentare una potente spinta psicologica positiva o negativa per entrambe. Chi vince, infatti, affronterà le partite successive sulle ali dell'entusiasmo. Anche se, secondo me, finirà pari". 

A proposito di Serie C, come vede il campionato attuale?

"Mi spiace dirlo ma non è allo stesso livello di quella di tanti anni fa. Ricordo, quando giocavo io, che il livello era altissimo, basti pensare a quanti calciatori finirono in Serie A, come Protti e Mannini. Adesso, con il grande utilizzo dei giovani, non è più così".

Lei è anche ex Modena. Che pensa della situazione attuale? 

"Son molto dispiaciuto anche se lì fu il mio anno più difficile in carriera, tra problemi fisici e poco feeling col gol. Una piazza del genere non meritava di fallire dopo oltre un secolo di storia. Purtroppo a volte si fanno i passi più lunghi della gamba e poi si finisce gambe all'aria".

Con il Bassano, invece, ha vinto una Coppa Italia di Lega Pro a fine carriera.

"Ho un ottimo ricordo dei giallorossi che hanno una proprietà fantastica, la "famiglia Diesel", che merita di andare almeno in Serie B. Hanno anche un gran bel settore giovanile, c'è molta serietà".

In carriera anche un po' di Sud, con la parentesi alla Reggina.

"La seguo anche dopo tanti anni. Ricordo ancora la grandissima organizzazione voluta dall'allora presidente Foti. Anche lì ho fatto calcio in maniera molto seria".