Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre alessandriaascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
tmw / serie c / Il Punto
FREAK SHOW IN SERIE C. SOGNI CHE SONO SEMPRE PIU' INCUBI, LA LUCE IN FONDO AL TUNNEL E' DECISAMENTE MOLTO LONTANA. MA CAMBIARE SI PUO'. POTREBBE...
giovedì 19 luglio 2018, 00:00Il Punto
di Claudia Marrone
per Tuttoc.com

FREAK SHOW IN SERIE C. SOGNI CHE SONO SEMPRE PIU' INCUBI, LA LUCE IN FONDO AL TUNNEL E' DECISAMENTE MOLTO LONTANA. MA CAMBIARE SI PUO'. POTREBBE...

Nata nello stesso anno dei "Simpson", pensando che questo non sia un caso. Collaboratrice di TuttoC.com e TuttoMercatoWeb.com, se capita anche in radio e tv. Appassionata di calcio, quello vero.

Sogno di una notte di mezza estate...o meglio, incubo di una notte di mezza estate. Probabilmente anche di un'estate intera.
Perché se da un lato l'estate del 2018 sarà ricordata per l'arrivo di Cristiano Ronaldo alla Juventus, dall'altra sarà ricordata anche per una profonda crisi del calcio italiano, che ha visto l'apice nell'assenza dell'Italia al Mondiale. Ma che vede anche la FIGC, il principale organo calcistico italiano, commissariata: il che vuol dire sorta di anarchia, senza un commissario le decisioni che già sono difficili da prendere vengono sempre rimandate, rimpallarsi la palla – scusate il gioco di parole - è sempre più semplice.

Chiaramente la Serie C è stata tra le maggiori protagoniste di questa crisi, come ogni si sono visti club sparire, ma stavolta – ed è probabilmente quello che ha colpito di più – la crisi ha colpito anche la Serie B, con club come Cesena e Bari (ed è in bilico l'Avellino) che hanno lacerato la Cadetteria: anche la B ha presentato problemi, non li ha scaricati a quella categoria (la C) considerata la sorella scema del calcio professionistico italiano, quasi il disonore di famiglia. Eh già, non si riesce ancora a capire che non è un disonore la terza serie. Ma di questo concetto avremmo poi modo di riparlarne.
Dicevamo: molto spesso le problematiche della Serie C arrivavano da formazioni retrocesse dalla B (leggasi Modena o Vicenza, per citare gli esempi più recenti), che rimaneva sostanzialmente “pulita” scaricando il barile alla sorella minore. Era questo un dato incontrovertibile, il male del calcio italiano non era certo la C. Ma stavolta il vento è cambiato.
Un segnale che fa capire quanto il calcio debba essere rifondato, e globalmente, perché, come si dice in gergo, il pesce puzza dalla testa. La FIGC commissariata, come detto, non fa certo bene. Ma il mondo pallonaro è lo specchio dell'Italia politica, dove le poltrone fanno gola a tutti, dove gli interessi personali vanno avanti a quelli collettivi, dove farsi la guerra per ottenere una fetta di potere è più importante del risolvere le problematiche: mors tua, vita mea? No, morte collettiva.



Ma qui parliamo di Serie C. Proprio pochi giorni fa ho avuto uno scambio di battute con un navigato addetto ai lavori, del quale non farò il nome ma che si riconoscerà nelle parole che riporterò. L'argomento di discussione era proprio il sistema calcio italiano, le tematiche lunedì erano veramente tante, e, accennando a una possibile riforma, sono emerse due possibilità: il ridurre drasticamente le squadre professionistiche componendo Serie A, B e due gironi di C con la D che diventerebbe semiprofessionismo o l'inserimento obbligatoriamente delle seconde squadre per tutte le società di A.
Da sempre scettica sulle seconde squadre, che allo stato attuale mi sembrano solo uno scimmiottamento di un calcio europeo troppo diverso dal provincialismo italiano, ho reputato geniale la prima proposta, quantomeno fattibile... ma sembra che alle volte tutto ciò che è sensato in Italia venga evitato! Il problema di fondo è che se non cambia una certa mentalità quasi massonica si può andar poco lontano. E' comprensibile che le Leghe non abbiano la possibilità di controllare nel dettaglio i club, essendo aziende private, ma non è neppure più possibile vedere ogni anno questo scempio: un escamotage, una nuova riforma che ponga le società di calcio su un piano diverso rispetto alle aziende intese nel senso più primordiale del termine, si deve studiare. Credo sia più un problema di volontà che di reale attuazione, per i motivi suddetti.

E si dovrebbe trovare anche una soluzione a certi personaggi che gravitano intorno a questo mondo, che si avvicinano sempre come iene che avvertono l'odore della carcassa ai club in difficoltà: il DASPO deve davvero esistere solo per i tifosi? Siamo sicuri che siano loro il peccato originario del calcio? Domande che hanno già la risposta. Che nessuno ha però il coraggio di dare, perché rendersi conto della realtà deve per forza portare all'intervento. Meglio l'omertà.

La risposta alle due domande la diamo noi: no.
La mezzanotte è scoccata, e per me si è fatto tardi, il letto mi aspetta. Senza la presunzione di esser colei che cambia qualcosa, senza la presunzione che chi dovere legga quanto ho scritto, sono solo una piccola gocciolina in un oceano: ma il silenzio non ha mai fatto per me. Chiedete alla santa anima del mio direttore. Buonanotte.