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INTERVISTA TC - Panfili: "Problema della C è qualità società, non giovani"
sabato 6 febbraio 2021, 17:00Interviste TC
di Giacomo Principato
per Tuttoc.com

INTERVISTA TC - Panfili: "Problema della C è qualità società, non giovani"

Guarda sempre alla Serie C con occhio interessato il direttore sportivo e scout Francesco Panfili, in passato a stretto contatto col mondo della terza serie con le esperienze tra Arezzo e Sambenedettese a segnarne il percorso. Panfili, intervenuto ai microfoni di TuttoC.com, ha parlato a 360 gradi della terza serie.

Partiamo dalla corsa al titolo nel Girone A.

“Ad avere la meglio sarà una tra Como, Renate, Pro Vercelli e Alessandria. I comaschi stanno venendo fuori per profondità della rosa e blasone, ma il Renate sta mettendo in mostra buoni giovani come Kabashi e Rada: è un segno che l'ambiente è ben disposto e lavora bene”.

E nel Girone B?

“Il Padova ha lavorato benissimo, ha fatto degli acquisti importanti. Hanno colmato le distanze dal Perugia a cui manca un attaccante da doppia cifra per mettere il punto esclamativo sul campionato. Il Sudtirol è una conferma, frutto del lavoro di un buon direttore sportivo quale Paolo Bravo. Il Modena sta mettendo in mostra una buona solidità difensiva, mentre la Sambenedettese non sta trovando la continuità per puntare al titolo”.

Nel Girone C una sola squadra al comando.

“La Ternana è fuori categoria per forza, esperienza e struttura: ad oggi non ha rivali. Sono deluso da qualche club blasonato rimasto un po' indietro”.

Una squadra che l'ha delusa in particolar modo?

“Non mi permetto di giudicare, il Covid-19 ha compromesso i campionati e sballato i valori. Mi aspettavo di meglio dal Palermo, non credo debba stare così dietro in classifica. È stato penalizzato dalla situazione sanitaria, ma credevo potesse essere una candidata a stare davanti. Hanno calciatori forti come Valente, che ho avuto alla Sambenedettese, e altri di prospettiva quali, tra gli altri, Lucca e Rauti”.

Ha notato qualche giovane pronto al salto di categoria?

“Partirei da un concetto: c'è un divario troppo grande tra Serie B e C. La terza serie fornisce ogni anno spunti nuovi e il problema, infatti, è la qualità delle società e non quella dei giovani. I dirigenti devono iniziare a imporsi sui presidenti e far valere idee e personalità. Quest'ultimi si affidano sempre meno a direttori sportivi con un taglio scouting e il Milan sta insegnando a tutti quanto possa servire una figura del genere. Massara ha fatto un percorso durato 20 anni e i successi dei rossoneri partono proprio da qui. I direttori devono avere anche la personalità di contraddire i presidenti, gli stessi che spesso vogliono fare tutto e non si affidano a persone preparate. Ormai a lavorare sempre più è chi obbedisce ai diktat delle proprietà, non chi si fa valere. Tornando ai giovani, seguendo il percorso giusto molti giocatori promettenti potrebbero diventare elementi di categoria superiore. Ma non si può pensare passino in Serie A dal giorno alla notte, serve un ambiente che li supporti e sappia aspettarli accompagnandoli nella crescita”.

L'Arezzo, una delle sue ex squadre, è il fanalino di coda del Girone B. Crede possano risollevarsi?

“Vedere l'Arezzo in questa posizione mi distrugge. Nonostante i giocatori importanti, la squadra ha difficoltà nelle prestazioni. La speranza è che mister Stellone riesca a trovare gli equilibri giusti, la salvezza è un obiettivo raggiungibile con una serie di risultati utili”.

Un'altra sua ex, la Lucchese, vive un momento particolare.

“Sta faticando, ma conoscono il presidente Russo e so che troverà il jolly decisivo. Sono legato a tutte le mie ex squadre, le seguo e le tifo con passione”.

Nella sessione invernale chi ha fatto il colpo del mercato?

“L'ha fatto la dirigenza della Juve Stabia prendendo Alessandro Marotta. È un calciatore che fa la differenza in Serie C, in questa categoria ce ne sono pochi di elementi con la sua classe e qualità”.