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Zola: “Lamine Yamal oggi non è lo stesso della prima partita, i giovani devono poter giocare”TUTTO mercato WEB
Oggi alle 13:23Serie A
di Ivan Cardia

Zola: “Lamine Yamal oggi non è lo stesso della prima partita, i giovani devono poter giocare”

Gianfranco Zola, vicepresidente di Lega Pro, è intervenuto in occasione di “Serie C business value”, evento di presentazione dell’analisi della fanbase e della fruizione della Serie C: “È stato un campionato fondamentale per me, ci sono diversi percorsi per arrivare in Serie A. Il mio è stato più lungo e un po’ più difficile, però non tutti hanno la fortuna di nascere in una grande città, con una grande squadra. Io abitavo in un paesino sperduto della Sardegna, lontano anni luce da realtà calcistiche importanti. Nonostante ciò, ci sono arrivato. E non cambierei mai il percorso che ho fatto, non prenderei mai scorciatoie.

È stato un percorso che mi ha permesso di crescere, proprio per le caratteristiche della Serie C. Io giocavo con calciatori che erano chiocce per me: avevo ottime qualità, tanta energia, però poca conoscenza di come ci si dovesse gestire in calcio. La bellezza di questo campionato è questa: trovi gente di grandissima esperienza, che può dare tanto a chi gli è vicino. Io oggi mi sono speso molto, perché ci credo: è un percorso che mi ha dato tanto, voglio far capire alla gente quanto sia importante dare spazio e vitalità a leghe che rappresentano il nostro futuro, soprattutto in un momento in cui i nostri giovani hanno bisogno di trovare un ambiente competitivo. La Serie C lo offre meglio di qualsiasi altro campionato. A me è capitato spesso di essere stanchissimo già prima di iniziare per una vigilia troppo intensa: avere le persone giuste fa la differenza”.


A un talento come Lamine Yamal cosa insegnerebbe?
“C’è da dire una cosa, che non è lo stesso giocatore di quando ha iniziato a giocare la prima partita. Io lo ricordo alle prime partite, è cresciuto grazie a un percorso che l’ha forzato ad alzare l’asticella: quando fai giocare un ragazzino giovane con gli adulti, a un livello superiore, il ragazzo deve alzare il suo livello per sopravvivere. È questo il percorso che vogliamo promuovere in C, di far giocare i giovani: io a Napoli ero un buon giocatore, ma mi sono trovato in un contesto dove o alzavo l’asticella o andavo a casa. È un percorso fatto di tante ore, esperienza, libertà di fare quello che deve fare”.