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ESCLUSIVA TG – Mariani: “Il primo bilancio per il Torino è negativo: servono più certezze, consapevolezze e coraggio. Per la svolta serve intervenire sul mercato a gennaio”
Oggi alle 16:00Primo Piano
di Elena Rossin
per Torinogranata.it
fonte Elena Rossin

ESCLUSIVA TG – Mariani: “Il primo bilancio per il Torino è negativo: servono più certezze, consapevolezze e coraggio. Per la svolta serve intervenire sul mercato a gennaio”

Pedro Mariani è stato intervistato in esclusiva da TorinoGranata.it. Mariani dopo aver fatto la trafila nelle giovanili del Torino vi ha giocato in prima squadra dal 1979 all’82 e poi dall’83 all’87. Attualmente si occupa di consulenza calcistica e insegna metodologia dell'allenamento in varie società sia in Italia sia all’estero. Con lui abbiamo fatto un primo bilancio del campionato del Torino dopo 11 partite.

E’ stata superata la metà del girone d’andata e il Torino è 12esimo in classifica con 14 punti come la Cremonese e ha 7 lunghezze in più sulla Fiorentina ultima e 10 in meno rispetto a Inter e Roma che guidano la classifica. Che primo bilancio si può fare?
“Devo spogliarmi della passione e dell'amore che ho per il Toro ed essere  obiettivo e sinceramente devo dire che il bilancio non è positivo. Per la campagna acquisti fatta, il nuovo allenatore Baroni, che non è l'ultimo arrivato, e per tutto un insieme di cose sinceramente mi aspettavo dopo 11 giornate di essere almeno fra le prime 8, 9 oppure 10 squadre. Ma ti dirò, va bene anche essere dodicesimi, però se avessimo più certezze”.

Dice questo tenendo conto anche del calendario iniziale che ha avuto il Torino visto che ha affrontato buona parte delle squadre che l’anno scorso si sono piazzate nei primi posti?
“E’ un alibi. Perché magari non era pronto il Toro, anzi il Toro non è che non fosse pronto bensì era proprio indietro quando è iniziato il campionato poiché  sembrava che fosse appena iniziata la preparazione. La squadra sembrava una massa di giocatori mandati in campo che non si conoscevano neanche, però questo vale anche per gli altri, il Milan, l'Inter e le altre. Infatti le prime sette non sono in forma alle prime gare di campionato. Io ad esempio, per assurdo, preferisco affrontare queste squadre subito proprio perché anche l'Inter era così e così all'inizio e poi è cresciuta molto, ma vale per tutti questo discorso. Per cui il fatto del calendario, e lo dico anche come ex calciatore, è un alibi un po’ come quando si dice che il campo era brutto. Forse che non lo è anche per gli avversari che giocano sullo stesso campo? Sono dei luoghi comuni. Io sinceramente mi aspettavo di più dal Toro, ma anche che avesse maggiori  certezze e consapevolezze perché questa è una squadra che  ha dovuto rimontare due gol al Pisa. Siamo stati contenti della partita con la Lazio, però quell’ingenuità a pochi secondi dalla fine che è costata la vittoria e due punti grida ancora vendetta. Il problema è la gestione dei momenti. All’interno di ogni gara ci sono molte gare, il calcio è cambiato, quindi la gestione della partita è fondamentale. Quante volte siamo già andati sotto di 2-3 gol in un quarto d'ora o al massimo venti minuti? Questo lo paghi. Ed è un peccato aver fatto questa campagna acquisti e aver preso anche un allenatore, perché no, di valore poiché sinceramente dobbiamo ringraziare le due vittorie con Roma e Napoli altrimenti oggi saremmo nelle zone bassissime della classifica. Ripeto, nessuno se le aspettava quelle due vittorie, io per primo perché se avessimo fatto due pareggi sarei già stato felice. Ecco perché dico negativo proprio per questi motivi che sono oggettivi e non soggettivi”.

Comunque con il passaggio alla difesa a tre e diciamo l’utilizzo delle due punte nelle ultime sei partite il Torino non è mai stato sconfitto e tre volte con Napoli, Bologna e Juventus non ha subito gol. Non male, no?
“Sì, assolutamente, la difesa a tre e in più il centrocampo con la linea a cinque è meglio perché questa è una squadra che non può giocare con quattro difensori e con i due esterni che scendono e lasciando Coco e Maripán da soli. Sono convinto che se si vuole dare una vera svolta bisogna anche intervenire nel mercato di gennaio. Sembra strano e paradossale considerando il mercato che è stato fatto in estate, però, faccio un esempio, noi avremmo problemi se venisse a mancare Pedersen. A destra e a sinistra sulle fasce abbiamo dei problemi e durante la stagione ci sarà bisogno, in alcune partite o in alcuni momenti delle gare mettere la difesa a quattro però dietro con gli esterni bassi qualche problema lo abbiamo. Dobbiamo trovare la continuità, però serve anche  assolutamente intervenire in sede di mercato a gennaio per dare una vera svolta”.

Prima dell'apertura del mercato, il 2 gennaio, ci saranno 6 partite (Como, Lecce, Milan, Cremonese, Sassuolo e Cagliari) e 4 sono con squadre che sono alla portata. E poi prima della fine del girone d’andata ancora Verone e Udinese Potrebbe essere quindi più facile per il Torino?
“Sono degli scontri diretti perché sono squadre di valore. L'Udinese è una squadra rognosa da affrontare. ll Como, a mio modesto parere, è una delle formazioni più difficili da fronteggiare poiché è impegnativissima, ti concede ma ti massacra e ti attacca tantissimo e altissimo avendo una tipologia di gioco e un ritmo incessante. Il calendario è solo apparentemente abbordabile per cui bisogna crescere come squadra perché le amnesie difensive e gli bassi e alti che ci sono stati finora con le cosiddette squadre alla portata li abbiamo pagati e rischiamo di pagarli ancora. Il Toro adesso deve fare punti e assestarsi un po' più in alto perché questo dà anche morale, consapevolezza, maggiori certezze e anche più serenità. Si vede che il Toro è una squadra che non osa più di tanto e che al massimo fa il suo come si è visto nel secondo tempo con la Juventus quando si poteva perdere, ma anche vincere e sarebbe stata una vittoria meritata. Sinceramente il secondo tempo del derby mi è piaciuto, la squadra è stata più alta, ha giocato con maggior ritmo ed è stata meno attendista. Il Toro deve giocare così, rischi un po' di più di subire gol però anche di riuscire a segnare di più perché altrimenti può sempre esserci l’episodio che può cambiare l’esito della gara. Io mi baso molto sui dati, anche se presi singolarmente possono sembrare non molto significativi, però il fatto che il Toro finora sia andato molte volte in svantaggio e siamo a un quarto del campionato mettendo insieme tutti i dati si hanno delle risposte. Mancano 52 giorni all’inizio del calciomercato, ma per mettere quel tassello che manca oggi al Toro per arrivare all’8° posto dal quale poi puoi andare anche un po’ più avanti serve proprio aggiungere qualche elemento di qualità nei ruoli dove ora è un po’ carente. In attesa appunto dell’inizio del mercato in queste 6 partite che dicevamo prima bisogna giocare con maggiore coraggio perché dei centrocampisti, degli esterni offensivi e degli attaccanti quest’anno non ci possiamo lamentare”.

Il Torino comunque è una squadra che non segna molto.
“Già, ma chi segna? Simeone ha fatto 4 gol, Adams 2, e 1 a testa Ngonge, Coco e Maripán. Vlasic in campionato non ha ancora segnato e neppure Casadei, lo hanno fatto solo in Coppa Italia. Vlasic è un giocatore che per le qualità che ha e il ruolo a ridosso delle punte a questo punto del campionato dovrebbe aver fatto già 3-4 gol. Serve che ci siano più giocatori che segnano e questo rientra nel discorso dell’avere più coraggio, spensieratezza che permette di andare dentro l'area con più uomini. Si tratta di dinamiche di gioco perché per fare gol devi andare in area e poi devi avere la forza, la capacità, la rapidità anche di rientrare per cui ci vuole una condizione fisica importante. Quando parlo di coraggio non mi riferisco solo a quello che da sempre ha contraddistinto il Torino in passato, ma in generale di osare la giocata, anche a rischio di sbagliarla”.

Zapata prima o poi ritroverà la condizione atletica migliore, lui potrebbe essere il giocatore giusto per dare quella spinta in più visto che è quello che sa tenere la squadra più alta?
“Io spero che si riprenda presto definitivamente perché lui rappresenta una dinamica molto tecnica per le sue caratteristiche che ha di far giocare meglio un pochino a tutti poiché impegna di più le difese avversarie. Adams e Simeone sono attaccanti a cui piace costruire l'azione e il gol, ma Zapata rimane sempre più alto e tiene in allarme i difensori. Sicuramente con lui in campo anche Simeone e Adams giocherebbero meglio. E i compagni di reparto possono così appoggiarsi meglio su di lui oltre la fatto che Duvan è uno che in area non perdona. Averlo vicino gioverebbe anche a Ngonge e Vlasic. Pensando ai trascorsi di Vlasic al Torino, ha fatto gol partecipando a scambi o azioni insieme a Zapata. Simeone e Adams hanno una maniera di giocare che si avvicina molto a quella di Valsic, mentre Zapata ha un raggio d'azione diverso. Vlasic è un giocatore che mi piace tantissimo, ma deve fare più gol. Al Toro mancano tutte le cose che abbiamo detto e prima di tutto il coraggio di osare un po' di più, infatti se si vedono le pagelle dei giocatori si trovano dei sei, sei e mezzo, cinque e mezzo e questo non va bene. Il rientro di Zapata secondo me è fondamentale”.