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…con Stefano SorrentinoTUTTO mercato WEB
martedì 6 dicembre 2022, 00:00A tu per tu
di Alessio Alaimo

…con Stefano Sorrentino

“È un Mondiale particolare, atipico. Per il periodo dell’anno in cui si gioca e per gli orari che sono strani. Siamo a dicembre e non è come d’estate che uno si raduna e riesce a tifare la propria squadra. E poi non c’è l’Italia…”. Così a Tuttomercatoweb l’ex portiere di - tra le altre - Chievo e Palermo, Stefano Sorrentino, oggi presidente del Chieri.

La squadra che l’ha impressionata?
“Non sto seguendo molto, ma mi piace molto la Spagna: ha un’idea di gioco e l’allenatore sta cercando di modernizzare il calcio con le dirette su Twitch. Ha perso la partita e la mattina dopo è andato a fare il giro in bicicletta. Sono anche loro persone normali con hobby e passioni e lui non ha problemi a pubblicizzarlo, al di là del risultato.
Argentina e Francia invece sono un po’ come il PSG in Europa. Possono vincere contro le squadre forti e perdere contro altre meno forti. Sono contento della crescita di Giappone, Australia e Arabia Saudita. È un bel Mondiale. E mi piace pensare che la Spagna possa dire la sua”.

Che effetto fa non vedere l’Italia?
“Bruttissimo, triste, come quattro anni fa. È un record negativo, ma qui bisognerebbe aprire mille capitoli sul perché. Bisogna puntare sui nostri ragazzi. E così tra qualche anno potremmo tornare ad essere la Nazionale di un tempo. Sto seguendo i campionati dilettantistici e già nelle Primavera delle squadre professionistiche ci sono molti stranieri, dunque diventa normale che i nostri giovani spariscano. Cominciamo a mettere delle regole. E cosi la Nazionale tornerà ad essere forte”.
Come procede la sua avventura da presidente?
“Sono molto contento. Per me è l’anno zero, siamo a metà classifica. Ho anche aperto la mia scuola portieri. Però una cosa è fare il calciatore e un’altra il presidente, adesso tante cose le capisco. Fare il presidente è un lavoro vero e proprio”.

Cosa ha imparato, ad esempio?
“Ho giocato fino a poco tempo fa. E quindi mi metto nei panni dei ragazzi. Ho imparato ad essere un po’ più riflessivo. Ora devo ragionare di più. Sono passato dal fare il dipendente all’imprenditore. Da calciatore quando vai al campo ti alleni bene o male hai comunque lo stipendio anche se io cercavo sempre di fare il massimo. Ora invece devo fare i conti con tante situazioni. Ci sono più di ottanta persone che lavorano per il Chieri. Vorrei che fosse tutto sempre perfetto e non è possibile. È normale poi che c’è chi vorrebbe giocare di più e chi meno. Per me il Chieri è unico, non lo divido tra prima squadra e settore giovanile. E sono al campo tutti i giorni”.

Il Milan ha messo le mani su Sportiello. Che operazione di mercato è?
“Una mossa per un ruolo secondario. Potrebbe giocare titolare in tantissime squadre del campionato italiano. Ma quando ti chiama il Milan però non puoi certo rifiutare. È una valida alternativa”.


Chi invece si sposterà ancora è Radu.
“Peccato, perché è un giovane interessante. Ha bisogno di non essere messo in discussione. È un portiere forte, può crescere. Ma deve trovare l’ambiente giusto che lo faccia stare tranquillo”.

Il suo ex Palermo è nelle zone basse della classifica.
“Il Palermo è la mia squadra del cuore. Vederlo nella metà bassa della B mi fa male. Ma ha un ottimo allenatore, che deve essere lasciato tranquillo. Corini ha tutto per portare il Palermo in alto. La dargli deve dare fiducia, conosce piazza e situazione. È la persona giusta per il Palermo. È l’anno zero, come per me per il Chieri. Oggi il Palermo sta costruendo. Quando perse contro il Torino dissi in tv che era più forte l’anno scorso in C, non mi sono sbagliato. Ma la vittoria contro il Benevento è un bel salto in avanti. È un momento di ripartenza. Il mister sa come si porta la barca lontano dalle zone pericolose”.

Arranca il Cagliari, è una B con delle sorprese.
“Il Cagliari sta faticando, il Parma non è continuo, il SudTirol è nei playoff. Non mi meraviglia il Frosinone, che ha un ottimo allenatore. La Reggina è la candidata numero uno ad andare su, ha giocatori forti, un bravo allenatore e l’entusiasmo della gente”.

Dove si vede tra qualche anno Stefano Sorrentino?
“Sicuramente ancora nel mondo del calcio. Il progetto Chieri è di cinque anni. In cinque anni vorrei provare a portare la squadra tra i professionisti. Le ho provate un po’ tutte. Il ruolo del presidente è importante. Ho nel cuore Palermo e Torino, un domani mi piacerebbe incontrarle da avversario o perché no magari avere un ruolo dirigenziale in una delle due società”.