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25 marzo 1934, l'Italia va ai Mondiali per la prima volta. Spezzate le reni alla Grecia
L'Italia nel 1934 alzò la prima Coppa Rimet - cioè la Coppa del Mondo - al cielo, battendo la Cecoslovacchia nella finale di Roma. Una vittoria che diede slancio al fascismo, che poteva godere del fatto che la Nazionale fosse la più forte dell'epoca, con il calcio che oramai andava già verso una popolarità stellare. Nel 1932, a Zurigo, si decide di giocare il secondo Mondiale della storia in Italia, dopo quello del 1930 in Uruguay, grazie a un'opera di diplomazia che permise all'Italia di mantenere il controllo sugli arbitri durante la manifestazione. In particolare uno svizzero, Mercet, che il 25 marzo del 1934 arbitra un'altra partita importante, cioè Italia-Grecia.
Ottantanove anni fa era una domenica, c'era una tornata elettorale per il popolo italiano per esprimersi a favore o contro la lista dei deputati del Gran Consiglio del fascismo, con un plebiscito a favore di Mussolini. Oltre 10 milioni votarono a favore, in un clima oramai assuefatto al fascismo. Senza ostacoli in campo politico, Mussolini voleva averlo anche in campo sportivo, quindi non era possibile perdere la sfida contro la Grecia, valida proprio per arrivare alla Coppa del Mondo. La partita comunque non ebbe storia, la squadra di Vittorio Pozzo era troppo superiore, con un largo 4-0: risultato che probabilmente il Duce voleva anche quando, in un famoso discorso, disse "spezzeremo le reni alla Grecia".
Curiosamente non c'è stato un ritorno, sebbene previsto dal regolamento. La motivazione non si sa, anche se ci sono varie ipotesi: la prima era che le autorità dei due paesi si fossero accordate per giocare solo in Italia, l'altro è che la vittoria dell'andata risultava troppo ampia per avere un ritorno in Grecia. Altri, invece, parlano di 700 mila dracme di regalie donate ad Atene per il passaggio del turno.
Ottantanove anni fa era una domenica, c'era una tornata elettorale per il popolo italiano per esprimersi a favore o contro la lista dei deputati del Gran Consiglio del fascismo, con un plebiscito a favore di Mussolini. Oltre 10 milioni votarono a favore, in un clima oramai assuefatto al fascismo. Senza ostacoli in campo politico, Mussolini voleva averlo anche in campo sportivo, quindi non era possibile perdere la sfida contro la Grecia, valida proprio per arrivare alla Coppa del Mondo. La partita comunque non ebbe storia, la squadra di Vittorio Pozzo era troppo superiore, con un largo 4-0: risultato che probabilmente il Duce voleva anche quando, in un famoso discorso, disse "spezzeremo le reni alla Grecia".
Curiosamente non c'è stato un ritorno, sebbene previsto dal regolamento. La motivazione non si sa, anche se ci sono varie ipotesi: la prima era che le autorità dei due paesi si fossero accordate per giocare solo in Italia, l'altro è che la vittoria dell'andata risultava troppo ampia per avere un ritorno in Grecia. Altri, invece, parlano di 700 mila dracme di regalie donate ad Atene per il passaggio del turno.
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