
Udinese, trattativa viva con il fondo americano: si cerca una mediazione tra i Pozzo e Guggenheim Partners
La trattativa per la cessione dell’Udinese al fondo americano Guggenheim Partners è ancora in corso. Nelle ultime ore si sono registrati nuovi contatt tra le parti, con il dialogo che resta aperto e in fase avanzata. Il nodo principale, come già emerso nei giorni scorsi, non riguarda tanto il prezzo – attorno ai 200 milioni di euro per il 100% del club, valutazione condivisa da entrambe le parti – quanto la futura gestione sportiva.
Il fondo americano, guidato dal CEO Mark Walter, punta a una proprietà totale e alla progressiva introduzione delle proprie figure manageriali, mentre Gino Pozzo insiste per mantenere il controllo dell’area sportiva almeno per un primo periodo, in modo da completare le importanti operazioni di mercato attualmente in corso. Due le principali: le cessioni di Lorenzo Lucca e Jaka Bijol, per una cifra complessiva che si aggira sui 50 milioni di euro. Affari che, nella visione dell’attuale gestione, non possono essere lasciati in sospeso.
In questa complessa fase di trattativa emerge con forza la figura di Mogi Bayat, manager franco-persiano con stretti legami con la famiglia Pozzo da oltre un decennio. Già protagonista in passato di operazioni legate a Watford e al mondo della famiglia Pozzo (tra cui il passaggio di Teodorczyk all’Udinese nel 2018 e il più recente Kabasele), Bayat starebbe svolgendo un ruolo di mediatore strategico, ponte tra Gino Pozzo e gli investitori americani. A supportarlo anche l’avvocato Stefano Campoccia, vice presidente del club e da sempre vicino agli affari societari più delicati.
La sua figura pare essere decisiva per provare a comporre il puzzle. Il progetto prevederebbe, secondo fonti vicine alle parti, una permanenza temporanea della famiglia Pozzo alla guida sportiva del club fino al 2027, per poi lasciare gradualmente spazio ai nuovi uomini scelti dal fondo.
La volontà è quindi di evitare uno strappo netto, ma costruire un passaggio di consegne graduale e strutturato, un po’ sul modello Atalanta–Bain Capital, anche se i dettagli restano da definire. La trattativa prosegue senza una vera e propria “dead line”, ma resta forte la volontà di chiudere prima dell’inizio della nuova stagione sportiva, in modo da non compromettere la pianificazione tecnica, il ritiro (ancora previsto in Carinzia) e la campagna abbonamenti.
Se l’America è sempre più vicina, l’Udinese è chiamata a non perdere tempo. I tifosi attendono risposte, la dirigenza lavora senza sosta. Il futuro della Zebretta si sta scrivendo adesso.







